Ebbene si, recensire il nuovo dei
Death Angel è una responsabilità. Il rischio è di continuare a considerare i thrashers della Bay Area come un gruppo "minore" in perenne affanno per entrare nella combriccola dei Fab 4! Perché, dico io? Perché non farli entrare di diritto? Ecco, io farò proprio così, i Death Angel sono il membro non ufficiale, il ghost guest, della combriccola e lo sono a pieno diritto non fosse altro per la coerenza dimostrata in tutti gli 8 album della loro discografia, quella coerenza che altri (v Metallica) hanno perso da tempo. "
The Evil Divide" e ' forse il miglior album dai tempi del seminale "Frolic Through The Park", 10 brani che dettano le coordinate del Thrash dei Death Angel del 2016. Qui la furia degli inizi carriera (" The Ultra Violence ") è lontana anni luce, abbiamo invece oltre ad una indubbia maturazione nel songwriting, una serie di brani in cui si alternano velocità ("
Hell To Pay ", " Breakaway ", "
The Electric Cell ") ad altri in cui prevale il groove ("
The Moth", la punkeggiante "
Cause For Alarm" la melodica "Lost"), in "
Father Of Lies" lo speed Thrash è stemperato da un outro acustico. Stop and go, riff " a mitraglia ", ottima sezione ritmica ed una prova vocale di Mark Osegueda sugli scudi, la sua voce ora è meno stridula, ma molto più ricca di pathos e questo calza a pennello con la proposta attuale dei Death Angel, una " furia controllata " che rende molto piacevole l'ascolto, i brani scorrono veloci e martellanti e la tensione non scende mai. "
The Evil Divide" ci mostra non solo una band in ottima forma, ma una concezione moderna di Thrash, con le radici negli '80 ma con la testa e lo sguardo rivolti al futuro.
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