Copertina 7

Info

Anno di uscita:2016
Durata:48 min.
Etichetta:Elevation Recordings

Tracklist

  1. EXCLUDED
  2. WHEN DAYLIGHT DIES
  3. YOU HAD IT COMING
  4. DRIFTING INTO BLACKNESS
  5. THE FINAL TRANSITION
  6. RAGE
  7. DESPARATE ADDICT
  8. DON'T LOSE YOURSELF
  9. INTO OBLIVION
  10. SOVEREIGN
  11. THE SAND OF TIME

Line up

  • Nicklas Sonne: guitars, vocals
  • Frederik Duus Møller: guitars, vocals (backing)
  • Thomas Bartholin: bass, vocals (backing)
  • Lars Jensen: drums

Voto medio utenti

I Defecto, dopo un primo omonimo EP uscito nel 2012 (e dal quale recuperano la quasi totalità delle canzoni) approdano oggi all'esordio discografico.
"Excluded" ha dapprima attirato la mia attenzione per la presenza dietro la console di regia di Flemming Rasmussen, che ha messo mano ai dischi di Rainbow, Morbid Angel e Blind Guardian, ma soprattutto ad alcune delle migliori uscite dei Metallica. Il resto lo hanno poi fatto le canzoni di cui si compone l'album, dove ritroviamo Nicklas Sonne, anche cantante dei Section A (per lo meno sull'ultimo "Wall of Silence") che qui scopriamo spaziare tra James Hetfield, Russel Allan e Matt Heafy.
Questo quartetto danese, sin dalla titletrack posta in apertura, evidenzia un Progressive Metal moderno e accattivante, che non disdegna nemmeno qualche brusca accelerazione e passaggi vocali in growl. "When Daylight Dies" ha un suono bello spesso e ricco di groove, ingentilito da un ritornello più orecchiabile e da un guitarwork insistito. Gioca maggiormente sulle ritmiche e un passo pachidermico la seguente "You Had It Coming", che pur non rifugge il solito apporto melodico a livello di refrain e le scorribande delle chitarre. Appaiono un po' fuori contesto e quasi "buttate lì a caso" le due ballad, "The Final Transition" (con tanto di piano) e la conclusiva "The Sand of Time", dove perlomeno i Defecto non rinunciano a mostrare i denti e cercare soluzioni alternative vivacizzando quella che stava già sfilando via senza particolari sussulti. Decisamente meglio quindi la ruvida "Rage", un ruvido mid-tempo dove Sonne gioca su toni hetfieldiani, e le briose e accattivanti "Don't Lose Yourself" e "Sovereign".

Un miscuglio di Pagan’s Mind, Symphony X, Avenged Sevenfold, Trivium, tanta faccia tosta, per un discreto esordio di questa formazione che ha anche dimostrato una buona personalità.



I was born to review
Hear me while I write... none shall hear a lie
Report and interview are taken by the will
By divine right hail and write
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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