Sarà che mi piace il nome, sarà che l'artwork che richiama la Cayan Tower di Dubai è particolarmente evocativo, sarà che il pezzo ascoltato in anteprima su Youtube mi era piaciuto non poco, ma questi
Tides From Nebula dalla Polacchia mi davano l'impressione di poter essere destinati a grandi cose, almeno in fase di recensione.
E invece..
Oddio, "
Safehaven" è bello, intendiamoci. E' bello se lo ascolti una volta, magari in un'atmosfera un po' particolare fatta di solitudine e di luci soffuse, con una tazza di thè caldo in mano e una giornata uggiosa fuori. Ecco, è uno di quei dischi che sembrano fatti apposta per accompagnare una giornata del genere..il problema è che esce d'Estate.
Ma non siamo banali e non limitiamoci a questo, ovviamente. Il disco dei polacchi, quarto della loro storia musicale, è decisamente ben suonato ma globalmente vuoto di significato. Le 8 canzoni che lo compongono non fanno nulla per darsi un tono, sembrando più un unico brano di 45 minuti piuttosto che entità a sé stanti. Il che a volte può anche essere un bene, un sintomo di continuità, mentre qui appesantisce semplicemente un'atmosfera già di per sé plumbea.
Insomma, "
Safehaven" dei
Tides From Nebula è, come dicevo in apertura, un bel disco da ascoltare una volta. Gli ascolti reiterati rischiano esageratamente di portare alla luce qualche difettuccio di troppo, in particolare in fase di songwriting. Ben fatto, ben suonato, ma un guscio un po' troppo vuoto.
Quoth the Raven, Nevermore..
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