Copertina 8

Info

Anno di uscita:2016
Durata:55 min.
Etichetta:AFM Records

Tracklist

  1. SEVENTH SEAL
  2. LIFE IS A MESS
  3. TASER
  4. IRON MAIDEN
  5. VERGE OF TRAGEDY
  6. CREEPER
  7. L.O.T.D.
  8. THE INCANTATION
  9. MONKEY WRENCH
  10. TIME TO GO
  11. SMOKING GUN
  12. FORBIDDEN TERRITORIES

Line up

  • Eric 'A.K.' Knutson: vocals
  • Steve Conley: guitars
  • Michael Gilbert: guitars
  • Jason Bittner: drums
  • Michael Spencer: bass

Voto medio utenti

Scelta sempre particolare quella di ricorrere al nome del proprio gruppo per dare il titolo a un disco, sempre che non si tratti di quello d'esordio.
Non è certo questo il caso dei Flotsam And Jetsam, che ricorrono a questo espediente in occasione del loro dodicesimo full length, che esce giusto a trent’anni da quel "Doomsday for the Deceiver", con il quale inaugurarono la loro discografia.
Di quel lavoro, oggi ritroviamo solamente Michael Gilbert ed Eric "A.K." Knutson, anche se solamente quest'ultimo non ha mai mancato all'appuntamento con un'uscita dei Flots, mentre la formazione che ha suonato sul nuovo "Flotsam and Jetsam" si differenzia da quella che aveva recentemente preso parte all'operazione di recupero "No Place for Disgrace - 2014", per l’uscita di ben due degli altri membri originali: Ed Carlson e Kelly David Smith, sostituiti rispettivamente dal chitarrista Steve Conley (dai F5, al fianco di David Ellefson e Jimmy DeGrasso) e dal drummer degli Shadows Fall, Jason Bittner.

Il primo approccio con questa uscita, la prima per la AFM Records, l’ho avuto grazie al singolo "Iron Maiden", tanto maideniano nel titolo, nello spirito e nell'ispirazione (è l'anima di "The Trooper" ad aleggiare da queste parti) quanto poi l'opener "Seventh Seal" rimanda invece direttamente ai primi lavori dei Flots, anche se il più efficace effetto deja-vu appartiene alla conclusiva "Forbidden Territories", peraltro uno degli highlight del disco.
Nel mezzo delle due canzoni appena citate, ve ne sono un'altra decina (vabbè... "The Incantation" è solo un breve strumentale che apre a "Monkey Wrench") dove l'inconfondibile "Eric A.K." e soci si riconciliano con le proprie origini, visto che oltre a quelli già riportati, anche episodi come "Verge of Tragedy", "L.O.T.D. " o "Time to Go" finiscono per gettare un ponte verso le loro prime uscite discografiche. E se pure i loro lavori più recenti non mi spiacevano affatto, pur con le loro saltuarie escursioni fuori dal tipico Speed & Thrash a favore dell'Alternative Rock e di suoni groove, figuriamoci se possono dispiacermi ora, più ottantiani che mai.
Chissà se l'aver riregistrato, solo poco tempo fa, "No Place for Disgrace" non possa aver riacceso il fuoco sacro degli esordi, addirittura fino a spingerli ad auto-intitolare il disco, oppure se tutto questo è solo il frutto di una mossa ben studiata a tavolino.

Qualunque sia la verità, devo riconoscere a questo "Flotsam and Jetsam" il merito di averci riconsegnato i migliori Flots.
E non è poco.



I was born to review
Hear me while I write... none shall hear a lie
Report and interview are taken by the will
By divine right hail and write
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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