Gli Holy Terror sono stati una delle mie passioni giovanili, con i vinili di "Terror and Submission" (‘87) e "Mind Wars" ('88) letteralmente consumati da continui ascolti (e ora pezzi pregiati della mia collezione), quindi avevo guardato con curiosità (è un pizzico di timore, ammetto) il ritorno in azione di
Mike Alvord con i
Mindwars, messi su assieme al bassista
Danny Pizzi e a
Roby Vitari (batterista di Jester Beast, Headcrasher e nei da poco riformati Creepin' Death), con lo stesso
Alvord a prendersi cura del cantato. Su queste premesse nel 2014 arriva l'esordio "The Enemy Within", che - forse uscito con un po' di precipitazione - ha esposto il fianco a diverse critiche, e ora lo stesso terzetto gli dà seguito con il nuovo "
Sworn to Secrecy", sempre per la
Punishment 18 Records, dove si registrano, sin da subito, notevoli diversi miglioramenti, a partire dal cantato di
Alvord, che pare cercare un approccio tra Dave Mustaine e Mike Muir. Certo, il musicista statunitense non ha il carisma di Keith Deen (il cantante degli Holy Terror, scomparso nel 2012), ma la sua prestazione rivela tutt'altro spessore rispetto all'esordio (basta ripensare a un paio di episodi come "Crash" oppure "Final Battle"), anche perché sorretto da una registrazione decisamente più riuscita, che si fregia addirittura dell'importante contributo di un produttore del calibro di
Bill Metoyer nelle fasi di mixaggio e di mastering.
Quello dei
Mindwars resta tutto sommato un classico Speed & Thrash Metal, che ovviamente ha alcuni punti in comune con quello che era il sound degli Holy Terror, che sa picchiare e correre all'impazzata, come nel caso di "
Cradle to Grave", "
Twisted" o "
Scalp Bounty", ma anche osare, sia in occasione di "
Helpless" con i suoi cambi di ritmo e un refrain che ricorda i Suicidal Tendencies, sia della doomeggiante "
Rest Now (for Tomorrow Comes)" oppure nell'inquietante e tortuosa "
Prophecy".
Detto dell'ottima prova della sezione ritmica "
made in Italy" (un ascolto alla slayeriana "
Release Me" vale più di mille parole), resta solo da annotare lo special guest dell'album, l'ex presidente degli Stati Uniti, George W. Bush, che si "
presta" a introdurre la feroce titletrack, posta proprio in apertura dell'album.
Credo che ora il segreto possa proprio essere rivelato ...
I was born to
reviewHear me while I
write... none shall hear a lie
Report and
interview are taken by the will
By divine right hail and
write
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