I transalpini
Otargos sono giunti al loro sesto album e quindi da un gruppo che ha una carriera più che decennale ci si attende qualcosa di più che un ripetere di un cliché. La band francese è classificata come un gruppo black metal, ma questo ultimo
“Xeno Kaos”, uscito per la
Kaotoxin Records, è più un death album che un black album. Ciò però non incide sulla qualità del disco, infatti la sterzata death con un pizzico di cyber/industrial del combo francese ha invece giovato al disco che ha un piglio ancora più brutale, cattivo e distruttivo rispetto agli album precedenti. La prova di ciò si ha già dall’ascolto del primo brano
“Dominatrix” il black death degli
Otargos è uno schiacciasassi lanciato furiosamente a distruggere ogni cosa. La sezione ritmica precisa, chirurgica e puntuale martellerà senza sosta i vostri padiglioni auricolari e le ritmiche infernali delle chitarre lacereranno e fenderanno ogni vostro brandello di carne. È un assalto sonoro furioso e incessante che però non infastidisce, anzi carica a dismisura rabbia e potere distruttivo. L’harsh growl e lo scream di
Dagoth non fanno altro che rincarare la dose di violenza, ma su tutti è vincente la prova del batterista
John A. Qualche attimo di respiro questo disco lo concede quando la batteria detta ritmi più lenti, ma paradossalmente, pur calando in questi frangenti in intensità, aumenta quella sensazione di potenza evocativa trasmessa dai brani. Questo accade per esempio in
“Realm of the Dead” e
“Dark Mechanicus”.
Il sottoscritto ha una predilezione per
“Dominatrix” e
“Chariots ov the Godz”, ma l’intero disco risulta solido e godibile senza presentare alcun cedimento. Altamente consigliato a chi ama il black death e in particolar modo a chi sbava per i
Behemoth del periodo
“Satanica”-
“Thelema.6”, anche se il paragone è puramente stilistico in quanto gli
Otargos hanno una propria personalità e originalità.
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