Copertina 6,5

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2016
Durata:28 min.
Etichetta:Overdub Records

Tracklist

  1. HORROR MOVIE…WHY?
  2. LOSING HANDS
  3. THE LEGEND IS TRUE
  4. FREAK FAMILY
  5. MEMORIES
  6. LAKE OF THE UNDEAD
  7. GHOSTS
  8. STRAITJACKET
  9. THE DAY IS OVER

Line up

  • G1:vocals & bass
  • Freak M: guitar & backing vocals
  • The Butcher:guitar & Backing Vocals
  • Buz: drums

Voto medio utenti

Questo esordio discografico dei nostrani Deathwood può essere definito come un concept, se infatti leggiamo le dichiarazioni promozionali, troviamo quanto segue:

"And if it were true? vuole riportare in chiave horror storie che vanno da esperienze di vita dei singoli componenti della band a varie leggende
locali (Abruzzesi). Il tutto è eseguito creando una vera e propria mitologia intrinseca nel disco, dalla trilogia di Quaglia Lake (The legend is true, Lake of the
undead, The day is over) alla quasi autobiografica Freak Family, sviluppandosi lungo il disco come una sorta di rassegna di film horror. Ed è per questo che
viene a spiegarsi il titolo …And if it were true?, perchè come sappiamo tutti in ogni leggenda c’è un fondo di verità!”

Il lavoro quindi racconta in chiave horror storie di vita dei singoli componenti e leggende locali abruzzesi. Il genere suonato è un horror rock aggressivo e compatto, con forti radici nel punk, quello "easy" alla Green Day per intenderci, fatto di ampie aperture melodiche ma qui sorretto da un buon tiro con il basso pomposo sempre in evidenza ("The Legend Is True", "Memories", "Freak Family"), "Lake Of The Undead" è dura, con un riffama veloce e ficcante, "Ghosts" col suo incedere quasi hard rock ricorda Alice Cooper. "Straitjacket" ha un intro dissonante, nervoso, sinistro come le parole confuse con cui inizia.
Gli assoli sono praticamente assenti e la produzione seppur buona è minimale e questo porta un po' di stanca dopo l'intero ascolto. Suonando un horror-rock qualche effetto, qualche atmosfera, orchestrazione in più poteva essere creata, invece qui abbiamo nove brani che corrono via in 4/4, col pilota automatico inserito. Anche una maggior enfasi narrativa forse sarebbe stata auspicabile anche se la prova vocale di G 1 e sicuramente buona.
Insomma un buon lavoro con luci ed ombre, come sempre nei dischi di esordio d'altronde, le capacità compositive non mancano e neppure la carica ... magari una maggior cura in sede si songwriting consentirà al gruppo abruzzese di fare quel salto di qualità che gli consentirebbe di emergere dall'underground.
Recensione a cura di Marco ’Metalfreak’ Pezza

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