Bisogna avere costanza quando si crede nel proprio lavoro, non bisogna mai lasciarsi scoraggiare dai giudizi negativi ma persistere, perchè prima o poi i risultati arrivano. E' quello che devono aver pensato i
Faithsedge leggendo le due recensioni apparse sulle nostre pagine, perchè dopo 2 anni da "The Answer of Insanity" sono ancora qui con questo nuovo "
Restoration".
E anche la Scarlet Records continua a credere in loro..torto o ragione? Beh va detto che senza dubbio su questo nuovo lavoro si assiste a un netto miglioramento rispetto alle prestazioni dei due album precedenti, mai eccessivamente negativi ma nemmeno sufficientemente convincenti.
"Restoration" è un buon album, un AOR bello sostenuto, a volte al limite del power melodico, in un binomio che mi ha ricordato parecchio i miei amati Neonfly.
Senza scomodare i protagonisti migliori in ambito AOR fuoriusciti dalla fucina scandinava negli ultimi anni (State of Salazar e Work of Art su tutti), i Faithsedge riescono in questo terzo episodio della loro discografia a graffiare, a lasciare per la prima volta un segno ben marcato. Brani come l'opener "
Never a Day" o soprattutto la conclusiva "
This Is Everything" rappresentano quel quid che i nostri avevano così tanto faticato a raggiungere e che ora sembra decisamente alla loro portata.
Certo, anche in "Restoration" ci sono momenti di stanca, in cui i Faithsedge si impelagano in soluzioni stra-abusate, ma la sensazione globale è che finalmente abbiano raggiunto una certa maturità, arrivata un po' in ritardo nonostante i nomi già di spicco presenti nei loro ranghi.
Insomma "
Restoration" non sarà l'album che cambierà la storia dell'AOR, ma per i
Faithsedge rappresenta senza dubbio un punto di partenza più saldo dei due precedenti tentativi. A dimostrazione che, a volte, la tenacia paga.
Quoth the Raven, Nevermore..
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