Primo disco per il duo americano Arsis, una band che fa della varietà dell’assalto sonoro una ragione di vita.
È difficile descrivere il variegato sound degli Arsis, c’è death metal, ma è death che pesca a piene mani tanto dalla scena americana, alcune accelerazioni brutali, quanto da quella swedish, per intensità e flavour heavy, ma non disdegna puntate nel black metal, anche grazie ai maligni screams del singer James Malone, supportato dalle sfuriate del drummer Michael Van Dyne.
Quello che maggiormente risalta però è la bravura compositiva della band, capace di amalgamare alla perfezione e rendere coerenti i diversi elementi del sound, creando strutture complesse, multiformi, dove ogni elemento è al posto giusto.
Sin dall’iniziale “The Face Of My Innocence” si viene investiti da un sound potente, oscuro, pieno di vigore, un sound che a tratti diventa mastodontico grazie ad una produzione roboante.
Sentire svirgolate di chitarra brutal in un contesto melodico à la At The Gates ha un che di sovrannaturale, di bizzarro, eppure l’effetto che fa è tutt’altro che brutto. “Seven Whispers Fell Silent” ha una melodia tipicamente scandinava, mentre “Carnal Ways To Recreate Heart” ha un sound decisamente blackish, con il singer letteralmente indiavolato. Se dovessi usare una parola per descrivere il loro sound, l’unica che mi viene e che calza a pennello è “stormy”.
Questi Arsis sono una notevole sorpresa e piaceranno sicuramente ad una vasta gamma di quelli che tra di voi stanno leggendo. Se vi piace musica estrema e ben suonata qui c’è il vostro pane quotidiano. Affilate i denti.
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