Copertina 6,5

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2005
Durata:49 min.
Etichetta:Perish In Light

Tracklist

  1. KRIG OG SYKDOM
  2. FORGOTTEN TALE
  3. JEG ER BARE EN MANN, PART 1
  4. JEG ER BARE EN MANN, PART 2
  5. MONOTONY, PART 1
  6. MONOTONY, PART 2
  7. INFANTICIDE
  8. WINTER JOURNEY

Line up

Non disponibile

Voto medio utenti

Ennesimo progetto satellite di LHWarmachine e dei suoi Massemord, questi Sykdom mi hanno lasciato l'amaro in bocca per più di un motivo. Innanzitutto i suoni troppo derivativi, ma si potrebbe anche soprassedere su questo se non ci si trovasse al cospetto del solito, macroscopico difetto: dove si vuole andare a parare con un album del genere? Un lavoro che inizia con un attacco intransigente di black metal marcio e serrato, con tanto di vocals filtrate senza alcun compromesso. Poi arriva "Forgotten Tale", etereo mid-tempo viking alla Enslaved, in cui il gruppo mette in mostra addirittura dei sognanti assoli di chitarra. Sarà un caso...?!
Proseguiamo nell'ascolto, ma le impressioni non cambiano: furiosa la prima parte di "Jeg Er Bare En Mann", lenta e malinconica la seconda. Alfine giungiamo a "Monotony Part 1" vero e proprio plagio nei confronti dei Tristania di "Widow's Weeds", di cui vengono ripresi suoni/melodie/arrangiamenti e quant'altro in una scopiazzatura che ha davvero del clamoroso! La parte seconda ovviamente non ha nulla da spartire con la prima, e si presenta come un classico pezzo Massemord, senza troppe pretese quindi. "Infanticide", neanche a farlo apposta, si apre con un carillon spezzato dall'ingresso di chitarra e batteria, mentre la conclusiva "Winter Journey" conclude il viaggio così come era iniziato. Non che l'essere eterogeneo sia a priori un difetto per un album, ma in questo caso rasentiamo quasi l'impossibile, così come per il fratello maggiore Massemord. Una maggiore coesione non potrebbe che migliorare il risultato finale, anche se c'è molto da migliorare in tutti gli altri aspetti. Al momento il progetto Sykdom non rappresenta nulla, se non un tentativo fine a sé stesso.
Recensione a cura di Alessandro 'Ripe' Riperi

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