Destreggiandosi piuttosto abilmente fra tribalismo, oscurità, elettronica e umori lisergici, i finlandesi
Sink hanno ottenuto un obiettivo importante, in questi tempi di omologazione e frenesia … riuscire a sorprendere e a destare notevole curiosità.
“
Ark of contempt and anger” è un albo abbastanza conturbante, trasporta l’astante in un universo sensoriale fortemente onirico e rituale su cui gravano, alternandosi senza soluzione di continuità, cieli gonfi di sinistra tensione e atmosfere rarefatte, incorporando frammenti di Tiamat, Throbbing Gristle, Bauhaus e Ulver in un percorso espressivo intenso, variegato, sfuggente e tuttavia anche un po’ verboso e autoindulgente.
L’impressione ricavata dopo ogni ascolto è che l’inquietudine sia leggermente epidermica e che, a differenza di altri propugnatori delle sonorità arcane, torbide e ipnotiche, i nostri non riescano a raggiungere veramente le profondità dell’animo umano, limitandosi a sollecitarlo nei suoi strati più superficiali.
Ciò non toglie ai trentacinque minuti di musica del programma di garantire una buona dose di algidità, ardore e paranoia, e sono sicuro che gli appassionati del settore, tra immagini di baccanali, lirismi gotici, scansioni mantriche e improvvisi squarci iridescenti e dilatati, troveranno sicuramente di che soddisfare la loro brama di suoni visionari e caliginosi.
Alla fine si può tranquillamente parlare di un quadro artistico complessivo molto interessante e stimolante, attrezzato, se saprà disperdere l’attuale velo di manierismo, per soggiogare i sensi in modo “definitivo” e superare le pastoie del tempo e delle categorie … da seguire con estrema attenzione.
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