I Summon sono una band atipica nel panorama odierno del metal. Provenienti dall’America, con almeno due lustri di storia alle spalle e numerose releases, si definiscono brutal metal, il che sembrerebbe che tra quelle due parole vi sia un’omissione, abituati come siamo ad iper definire qualsiasi cosa che ascoltiamo spesso anche con 4 o 5 aggettivi altisonanti, e ci dimentichiamo che in origine, molti anni fa, proprio brutal metal era una definizione ampia e omnicomprensiva, di chi ancora non si poneva limiti o si settorializzava. Accade così che i Summon in quella definizione, benché scarna, ci dicano molto su di loro, sul loro amare l’estremo tout-court in tutte le sue forme. Il nuovo “Fallen” unisce una produzione moderna, altro elemento peculiare, la quale fa a pugni con la miscela di old school death metal, speed/thrash anni ’80 e riverberi di grezzo black metal, suonati con passione viscerale e foga disumana, a velocità decisamente off-limits e con tecnica decisamente superiore.
Il gusto retrò delle composizioni le rende affascinanti, ma la carica devastante della band è letale e pezzi come “Blood Red Skies”, “Sacred Nothing” e “Dead Dreams” sono vere mazzate tra capo e collo, mazzate che pochi gruppi possono vantare, gruppi che si celebrano ben più moderni e trucidi.
Forse il clou del disco è rappresentato però da “Loud As Hell, Fast As Fuck”, una sorta di dichiarazione programmatica contenente un ferocissimo, grezzo come la cartavetro, rock’n’roll motorheadiano suonato a rotta di collo.
Questo “Fallen” è sinceramente un disco molto valido, che può piacere sicuramente ad una larga ed eterogenea fetta di pubblico metallaro. Bravi davvero.
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