Chi mi conosce sa che una delle maggiori critiche che tendo a rivolgere ai dischi e ai loro autori sia l’eccessiva lunghezza. 1 ora, 1 ora e 10 minuti di musica a volte sono davvero difficili da reggere, soprattutto se per fare un disco così lungo si prende la brutta piega di farcirlo di inutili filler. Ecco, detto questo, è quando un album di 72 minuti mi lascia con la voglia di farsi riascoltare e con un pensiero tipo
“Cazzo è già finito?” che mi rendo conto che siamo di fronte ad un album spettacolare.
“Proponent for Sentience” degli
Allegaeon è esattamente questo, un album spettacolare. Dall’inizio alla fine, abbracciando stili differenti e addirittura antitetici tra loro (il death e il flamenco? Srsly?), parlando di scienza e di argomenti “folli”, gli americani riescono per l’ennesima volta (4 su 4 finora, un bel filotto direi) a dare alle stampe un lavoro importante ed imponente, pur mantenendo a tutti gli effetti i gradi di band giovane, non arrivando nemmeno ai 10 anni di storia.
Il nuovo album raccogliere l’eredità del precedente e acclamato “Elements of the Infinite”, proseguendo nel solco lasciato ma dovendo affrontare la pesante perdita di Ezra Haynes, vocalist della band sui primi 3 dischi.
Riley McShane prende il suo posto e il risultato è, francamente, eccezionale: la voce di Riley è forse meno versatile di quella di Ezra (ma la cover dei Rush posta in fondo al disco lascerebbe tutti i motivi per pensare al contrario) ma decisamente più potente e growl-oriented, fattore che finisce con l’influenzare in modo deciso la musica degli Allegaeon, che si appoggiano molto di più alla componente death del loro sound. “
All Hail Science” e la centrale “
Of Mind and Matrix” ne sono un esempio lampante, in particolare la prima, scelta non a caso come uno dei singoli di promozione all’album.
I 5 del Colorado però sono celebri soprattutto per la loro perizia tecnica, che in questo nuovo disco viene se possibile ancor più esasperata rispetto al passato, pur non finendo mai fuori dal vasino come nel disco d’esordio, dove l’eccessivo mostrarsi abili finiva con il diventare stucchevole e quasi presuntuoso. Qui la tecnica impressionante degli Allegaeon viene sempre messa al servizio qua della melodia e là dell’aggressività, andando a creare mix strepitosi. “
Gray Matter Mechanics – Apassionata ex Machinea” è in questo senso un brano che andrebbe proposto nelle scuole di musica, per la struttura variegata e complessa e soprattutto per la realizzazione strumentale, su cui spiccano su tutti il basso di
Corey Archuleta e in particolare lo strepitoso
Greg Burgess con la sua chitarra flamenco, il quale si prende 4 minuti finali per deliziarci con una dimostrazione di pura tecnica e armonia.
Se invece vogliamo concentrarci più sul lato melodico del death degli Allegaeon, l’altro singolo "
Proponent for Sentience III - The Extermination" è d’obbligo. Grazie all’apporto del prezzemolino Bjorn “Speed” Strid dei Soilwork e a quello di Benjamin Ellis degli Scar Symmetry, gli Allegaeon sfornano il pezzo più smaccatamente melodeath della loro carriera, riuscendo anche qui nell’intento di sfondare.
E se la scelta dei singoli di promozione dell’album è sintomo di oculatezza e intelligenza, gli Allegaeon si dimostrano una volta di più dei geni del male: ogni brano è adattissimo a svolgere il proprio compito e a promozionare in modo vario l’album, sui 3 aspetti sopracitati.
A chiudere un disco già praticamente perfetto troviamo “
Subdivisions”, cover del celebre brano dei canadesi Rush, resa qui in maniera magistrale dagli Allegaeon grazie ad una prestazione strepitosa del già citato Corey Archuleta al basso, che non fa affatto rimpiangere Geddy Lee, così come ad una prova tanto estemporanea quanto stupefacente di Riley McShane, che dimostra di possedere un timbro davvero interessante e un’ottima tecnica anche nel cantato in clean.
Senza troppi giri di parole, “
Proponent for Sentience” degli
Allegaeon è il mio personalissimo disco “Extreme” dell’anno e, come potete notare dal voto in calce, si candida prepotentemente come disco assoluto dell’anno, in lotta con “Affinity” degli Haken. Gli Allegaeon dimostrano ancora una volta di saperci fare, per usare un eufemismo, ergendosi a band di punta del panorama technical death mondiale. Fatelo vostro il prima possibile, disco imprescindibile.
Quoth the Raven, Nevermore..