I
Chalice of Suffering sono una band americana di funeral doom, che comprende membri di We Are Legion, Wandering Oak, Mastiff. Lenti, pachidermici e caratterizzati dalle vocals cavernose e recitate di
John McGovern, realizzano un album all’insegna dell’oscurità più cupa, sorretto interamente da atmosfere disperate e decadenti.
Nessuna luce, nessuna speranza trapela da lunghi brani black doom come “
Darkness”, “
Who will cry” o la title-track, dove l’incedere è costantemente lumachesco, intenso e malinconico. Unica variazione di schema è una traccia di folk celtico a base di cornamusa (“
Cumha do mag shamhrain”) che onestamente appare completamente fuori contesto e lascia il tempo che trova.
I riferimenti più appariscenti sono quelli ai primi Anathema, My Dying Bride e Type 0 Negative, sia per l’attitudine lugubre e sinistra sia per l’impostazione vocale più declamativa che cantata, vedi la sconsolata “
Screams of silence”. La conclusiva “
Void” rappresenta la summa di quanto detto: un monolito di lentezza e sconforto alleggerito a tratti da passaggi atmosferici, che non può che evocare sentimenti di disperazione assoluta.
Un disco riuscito, pur nella sua pesantezza sfibrante, ma solo nel contesto del suo genere.
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