Come già accaduto nel recente passato, rieccomi ad affrontare i prolifici deathster
Nunslaughter e le loro innumerevoli uscite, band che ha fatto dell’underground e del death metal una ragione di vita capace di costruirsi una carriera di tutto rispetto nonostante la quasi totale assenza di album in studio nella propria discografia.
Una carriera spesa letteralmente on the road (l’elenco delle registrazioni live della band è lunga quanto la barba di Mosè) e costellata da numerosissime collaborazioni sfociate poi nella pubblicazione di oltre una cinquantina di EP.
Questa volta lo sguardo attento di Metal.it si posa su due recenti ristampe, entrambe in picture disc ad opera dell’
Hells Headbangers, l’EP “The supreme beast” e lo split del 2007 coi
Gravewürm.
Ma andiamo con ordine
Nunslaughter – The supreme beast 7” (voto 6.5)L’EP si compone di tre tracce inedite più la cover di
“Kill your enemies” dei
Black Tusk, tre brani in pieno stile
Nunslaughter, ovvero riffing frastagliato, registrazione a la Venom che più anni 80 non si può, ma allo stesso tempo estremamente coinvolgenti nella loro immediatezza e semplicità con la forte sensazione che i pezzi siano stati registrati in presa diretta in sala.
Come sempre quando si parla di
Nunslaughter mi vien da aggiungere!
Niente di nuovo sotto il sole, ma chi apprezza la band di
Don of the Dead non chiede altro di sentir suonare la “cara vecchia canzone” no?
Nunslaughter/Gravewürm – Split pdk 7” (voto 6.5)Aprono le danze (si fa per dire…) i
Gravewürm con la cadenzata e doomegginate
“Cult of the dying god”, brano grezzo e slabbrato in cui abbondano i riferimenti alle sonorità tipiche del metal estremo dei primi anni 80, prima che prendessero forma il death e il black metal come abbiamo imparato a conoscerli.
Il secondo pezzo è una cover dei
Nunslaughter, “
Killed by the cross”, registrata con lo stesso stile del brano precedente. Pezzo veloce, blasfemo e tagliente.
Il lato B del 7” è tutto della band di
Don of the Dead e Soci, si inizia con la nichilista
“The red ram” e si finisce ricambiando la cortesia ai
Gravewürm coverizzando la loro
“On the icy plain I die”, dove i Nostri sono alle prese con un brano fortemente ispirato ai primi
Celtic Frost.
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