Un’accusa che non si può certo muovere agli
Anagnorisis è quella di abbandonarsi alla stagnazione: dopo lo stravolgimento di sound registrato tra il debut “
Overton Trees” (2007) ed il bellissimo “
Beyond All Lights” (2013), ecco giungere questo “
Peripeteia” a cambiar una volta di più le carte in tavola.
Così, dite pure addio (o arrivederci, chissà…) al prefisso “
symphonic”, così come ai richiami alla scena
black metal scandinava anni ’90. Già che ci siete, date una ideale pacca sulla spalla al pur bravo tastierista
Samuel Hartman (anche al sassofono), sì rimasto in line up eppur demansionato manco fosse il
Kirk Hammet di
St. Anger.
Il nuovo corso del gruppo a stelle e strisce dipana una trama dicotomica: dal punto di vista musicale il songwriter, chitarrista e produttore
Zak Denham sembra guardare al futuro, proponendo un sound più asciutto, possente, moderno e sfaccettato -pillole di
shoegaze,
depressive e
post fanno capolino qua e là-.
Nel contempo il profilo lirico, ad opera del cantante
Zachary Kerr, volge lo sguardo al passato. Al proprio passato, in un concept autobiografico tanto insolito quanto affascinante.
Narrando della propria infanzia -sia tramite i testi che attraverso i numerosi sample audio, in cui possiamo udire registrazioni autentiche della voce del singer da bambino-, il buon
Zachary si mette a nudo come raramente accade nel panorama
black, rendendoci partecipi di un processo catartico in grado di donare al platter grande profondità emotiva.
Sia chiaro: il terzo full degli
Anagnorisis ha tanto da offrire anche a chi delle lyrics non importa nulla, grazie ad un songwriting ben sopra la media del genere.
Canzoni sempre ben congegnate, in cui i tempi medi vengono talora spezzati da accessi di rabbia in
blast beat (come accade in “
Night Skies Over Nothingness”) e talaltra mitigati da solenni porzioni melodiche (emblematici gli intrecci chitarristici di “
Disgust & Remorse pt. 2”), compongono un disco che difficilmente esalterà al primo assaggio, ma che quasi certamente saprà conquistare i fan dell’estremo sulla lunga distanza.
D’altra parte, di fronte alla torrenziale progressione della
title track -forse l’episodio migliore- ed ai lividi sfoghi del singolo “
5306 Morningside” -che mi ha ricordato qualcosa dei
Forgotten Tomb- si può solo applaudire.
Gli
Anagnorisis confermano dunque di essere una compagine “vera”, con una caratura artistica ragguardevole ed ampi margini di crescita. Ciò che più conta, i Nostri dimostrano di aver qualcosa da dire, il che, coi tempi che corrono, non mi sembra affatto cosa da poco.
Bene, bravi, bis.
P.S.: la
peripeteia, in letteratura, costituisce uno degli espedienti narrativi attraverso cui ottenere il colpo di scena ed intaccare le certezze del lettore; in particolare, si tratta del rovesciamento improvviso ed inatteso delle sorti del protagonista. Ci sarebbe un grappolo di esempi aulici da snocciolare, ma per intenderci meglio citerei le famigerate
Nozze Rosse delle “
Cronache del ghiaccio e del fuoco” di
George R.R. Martin.