Secondo album per i
Devilment, band fondata dal chitarrista
Daniel Finch assurta agli onori della cronaca per via della ingombrante presenza di
Dani Filth (sapete chi è vero?) dietro al microfono, ingombrante a tal punto, credo, che il fondatore del gruppo, dopo il tour europeo dello scorso anno, ha lasciato la band per divergenze personali, non ben identificate, con gli altri membri...
Detto questo, appare evidente, al di la delle dichiarazioni ufficiali, che gli inglesi siano diventati un progetto parallelo del signor
Daniel Lloyd Davey il quale, durante le pause dal suo gruppo principale (sapete qual è vero?), sembra divertirsi parecchio con la proposta che ci viene offerta dai
Devilment.
Quale proposta?
Difficile dare una indicazione univoca.
Diciamo che quanto sottolineato in occasione del debut
The Great and the Secret Show rimane valido anche in occasione di questo
"II - The Mephisto Waltzes", album, dunque, molto vario che, a mio avviso, spinge molto sul lato gothic della miscela risultando più "melodico" rispetto al disco precedente e, forse, anche più elegante.
Dani Filth, parlando del nuovo lavoro, aveva evidenziato come la band si fosse ispirata a Misfits e Danzing per la stesura dei pezzi ed io aggiungo che, se a questi nomi affianchiamo i Cradle of Filth "senza" il black metal, avremo una idea piuttosto precisa di come suona il disco.
Scendendo nel dettaglio, un grande lavoro è stato fatto sia sugli arrangiamenti strumentali che su quelli vocali con il risultato che
"II - The Mephisto Waltzes" è un ascolto complesso e multiforme che ha bisogno di attenzione per poterne cogliere le molte sfumature, comunque oscure, che lo caratterizzano e per poterne apprezzare i brani che spaziano, in lungo ed in largo, all'interno del variopinto prisma dell'heavy metal.
Certamente qui c'è molto mestiere.
Certamente la voce di Dani può risultare fastidiosa, sebbene nel caso specifico l'uso della voce femminile della bravissima
Lauren Francis sia molto d'aiuto.
Certamente mescolare gothic, thrash, un pizzico di industrial, dark, elettronica, atmosfere (solo quelle...) black metal, può risultare spiazzante.
Ma, sottolineato tutto questo, va detto che l'album funziona: molte melodie sono indovinate, le tastiere tessono trame raffinate e di gusto, le chitarre sanno essere anche devastanti, i musicisti non si discutono e le canzoni si ascoltano con piacere, a patto che siate di mentalità aperta e non "duri e puri".
Aggiungete, inoltre, una produzione praticamente perfetta, un artwork che descrive ottimamente la musica, un comparto lirico a metà tra Sylvia Plath e Roald Dahl ed avrete un quadro preciso del valore e del "gusto" del disco.
Credo, per chiudere, che questo
"II - The Mephisto Waltzes" sia, dunque, un lavoro degno di attenzione e un buon antipasto in attesa del ritorno dei più famosi vampiri inglesi...