La
Cryo Chamber è la label di
Simon Heath, mastermind degli
Atrium Carceri, ed è specializzata nella musica ambient. Da qualche anno la label è fautrice di una collaborazione tra i suoi artisti con a tema l’opera omnia di
H.P. Lovecraft e, in particolare, il suo pantheon di demoni ultradimensionali.
Non a caso nel 2014 è stato pubblicato “
Chtulhu”, nel 2015 “
Azathoth” e oggi, nel 2016, il qui presente “
Nyarlathotep”.
La particolarità di queste pubblicazioni è che ogni volta vedono coinvolti più artisti e il minutaggio sale, fino agli odierni 194 minuti spalmati su tre dischi e 25 artisti coinvolti.
L’altra particolarità è che non si tratta di una compilation, bensì, come ama sottolineare la label, di una collaborazione che ha visto impegnati per un anno le band dell’etichetta, mediante l’interscambio continuo di vecchi nastri polverosi, di field recordings dagli angoli più bui e lontani di ben quattro continenti. Ognuno dei 25 artisti ha lavorato ad ognuna delle tre tracce.
Un progetto tanto folle quanto ambizioso e al tempo stesso un’opera decisamente meritoria che ha lo scopo di portare l’ascoltatore al cospetto del maestoso
Nyarlathotep, il caos strisciante.
"E su tutto, in questo ripugnante cimitero dell'universo, si ode un sordo e pazzesco rullìo di tamburi, un sottile e monotono lamento di flauti blasfemi che giungono da stanze inconcepibili, senza luce, di là dal Tempo; la detestabile cacofonia al cui ritmo danzano lenti, goffi e assurdi, giganteschi, tenebrosi ultimi dèi. Le cieche, mute, stolide abominazioni la cui anima è Nyarlathotep"
L’opera richiede ovviamente una completa immersione dell’ascoltatore nella musica e l’ascolto ininterrotto delle oltre tre ore di musica rappresenta una prova cui davvero pochi sono quelli che vi si possono accostare. Pena la pazzia, anche perché per
Nyarlathotep è molto più importante e piacevole causare pazzia, morte e distruzione che ogni altra cosa.
Tra gli artisti impegnati troviamo
Atrium Carceri,
Metratron Omega,
Dronny Darko,
God Body Disconnect, e molti altri.
Un’opera del genere diventa quasi imprescindibile per gli amanti di
H.P. Lovecraft, e costituisce l’ideale sottofondo per le sue letture.
Siete pronti per un viaggio negli abissi inesplorati di altre dimensioni dell’universo? Siete pronti a dissolvervi nel vuoto cosmico al cospetto di antiche divinità pronte a risvegliarsi da un sonno che si perde negli eoni di ere tanto remote quanto l’universo stesso?
È semplice, spegnete la luce, distendetevi, possibilmente con la testa leggermente reclinata all’indietro in modo da favorire l’afflusso di sangue al cervello, mettete le cuffie, alzate il volume e premete play. Addio.
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