Due brani per oltre 40 minuti di musica.
Direi che come approccio gli inglesi
Terra non hanno certamente scelto una soluzione "semplice": seguire la loro musica, infatti, richiede molta pazienza, il giusto stato mentale ed una particolare inclinazione verso le sonorità dilatate del tempo, ma anche nello spazio.
"Mors Secunda", come da titolo secondo lavoro del terzetto, è un dischetto che mescola, nelle due interminabili composizioni, black metal, post rock ed un pizzico di drone, lasciando quasi sempre agli strumenti il palcoscenico e relegando le voci ad una specie di semplice contorno che, da chissà quali distanze siderali, di tanto in tanto vengono fuori a farci visita.
Il fluire della musica è costante ed irruento, sembra di trovarsi spesso in balia delle onde, l'atmosfera fredda e, passatemi il termine, poco amichevole, le velocità elevate e le melodie praticamente assenti. Tutto in questo album sembra concepito per "dare fastidio": l'ascoltatore, praticamente mai, è messo a suo agio, anzi la musica dei
Terra è urticante, dissonante e con un vago sapore garage che le fornisce una dimensione "live" piuttosto marcata.
La domanda che mi sono posto, ascoltando
"Mors Secunda" e tenendo a mente quanto detto finora è stata: l'album mi piace?
Tutto sommato, pur non essendo questo il mio "concetto" di musica, devo dare atto agli inglesi di proporre musica interessante e fuori dagli schemi, del resto il fatto che incidano per Code666 è un indizio in tal senso, in grado di spiazzare e di diventare affascinante nella sua morbosa prolissità.
Se siete dotati di pazienza, tanta pazienza, questo è un lavoro che potrebbe riservarvi delle piacevoli sorprese e che potrebbe farvi viaggiare molto lontano.
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