Copertina 7,5

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2005
Durata:42 min.
Etichetta:Prophecy
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. THE DRAMA OF THE WICKED
  2. SECRECIES IN DARKNESS
  3. CARPATHIA
  4. DREAMS IN THE WITCHHOUSE
  5. SISTER NAJADE (THE TARN BY THE FEARS)
  6. THE CURSE OF ARABIA
  7. KUTULU!
  8. THE CHARM IS DONE

Line up

Non disponibile

Voto medio utenti

Da molto tempo aspettavo un album con le caratteristiche di questo "Carpathia - A Dramatic Poem", capace di unire sonorità spesso assimilabili al black metal moderno (vedi la title track) ad una voce pulita, bassa e calda, in grado di esaltarne le tonalità più atmosferiche. Accostamento che non ha nulla da invidiare, in quanto a morbosità, agli screaming più furiosi del genere. Ma i The Vision Bleak non possono essere liquidati in maniera così superficiale, soprattutto prendendo atto del fatto che per una volta è la musica a tenere le redini del gioco, al servizio di un concept che pone stilemi e categorizzazioni decisamente in secondo piano. Il dark metal basato su un muro di chitarre e tastiere classiche ricorda vagamente i Moonspell di "Irreligious", e quando il gruppo vira più su lidi goticheggianti rischiamo di trovarci spesso al cospetto dei Paradise Lost di "Draconian Times". Ma è, a mio modesto parere, ai Dimmu Borgir e alle loro orchestrazioni che il gruppo paga il tributo più grande. Bisogna comunque precisare che il tutto è rielaborato in maniera del tutto personale, con un continuum di idee in grado di non lasciare neanche un momento morto, neanche un attimo di pausa in un album che vede highlight fioccare fino alle ultime canzoni. E' il caso di "The Curse Of Arabia", che si basa su ficcantissimi riff orientaleggianti e vocalizzi studiati in maniera molto intelligente. Non è l'unico episodio in cui i The Vision Bleak si avvicinano in maniera netta al thrash, sfiorando più di una volta anche la velocità e gli intrecci chitarristici del death più melodico. Insomma, un lavoro particolarmente intenso e ben curato (a partire dall'ottimo artwork), di cui mi sarebbe piaciuto riuscire a sapere qualcosa di più. Ma ultimamente è abitudine di alcune etichette non distribuire più neanche uno straccio di foglietto con qualche informazione sulla band, facendo affidamento sul fatto che chiunque può andare a cercarsele sulla grande Rete. E chi rimane senza collegamento ad Internet per qualche giorno si trova fregato!
Recensione a cura di Alessandro 'Ripe' Riperi

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