Secondo lavoro per i lombardi
Selva i quali, a due anni di distanza dal precedente "lajf həbɪtʃuəl", si ripresentano sul mercato discografico con un nuovo lavoro,
"Eléo", che segna un netto distacco rispetto all'esordio.
Le atmosfere ambient, melodiche e screamo che avevano caratterizzato il disco precedente, infatti, sono state ridotte in maniera drastica in favore di un approccio molto più oscuro e violento che trova la sua realizzazione in un album di post black metal composto da quattro lunghi brani, registrati in presa diretta, annichilenti per la loro carica distruttiva e per la furia belluina che veicolano attraverso suoni ruvidi, a volte disperati, e lontanissimi dalla luce.
I
Selva, come all'esordio, si rifanno alla musica dei Deafheaven, immagino non sia un caso che il mastering sia affidato a Jack Shirley (The Atomic Garden recording studio) che dei due lavori degli americani si è occupato, ma hanno reso la loro proposta molto meno "amichevole", se mi passate il termine, puntando tutto sul gelo del nord, sulle urla disperate e lontane del cantante, su pattern di chitarra fortemente dissonanti e su una sezione ritmica che pesta in maniera forsennata praticamente sempre.
Il risultato è
"Eléo", un album non facile da digerire, pesante e diretto nel suo essere spietato, ma anche pieno di musica di qualità e di ottime idee.
Se, infatti, si presta attenzione e si supera la deflagrazione del primo impatto, questo è un lavoro che svela un'anima ricercata, che ci mette davanti a melodie di matrice post rock molto ben congeniate e che si addentra in atmosfere certamente nere ma anche cariche di pathos e di sentimento (ascoltate bene l'iniziale
"Soire" o la conclusiva
"Nostalgia") che lo rendono affascinante e profondo, cosa quest'ultima tutt'altro che scontata.
I
Selva, a mio avviso, hanno pienamente centrato l'obiettivo registrando un dischetto dalla forza paurosa e dalla maturità compositiva stupefacente dando dimostrazione di essere una realtà di assoluto spessore nella nostra scena estrema, una realtà, per tanto, che vi consiglio, caldamente, di scoprire sia in studio che, a quanto mi dicono, anche dal vivo.
Notevoli.
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