"A Touch of Medieval Darkness" dei Desaster, "...En Their Medh Riki Fara..." di Falkenbach e, soprattutto, "The Rebirth of the Middle Ages" di Godkiller rappresentano il vertice assoluto del black metal nella sua declinazione medievale.
Tutti e tre i dischi uscivano nel 1996.
Abbiamo dovuto attendere ben vent'anni per avere un degno successore di tre capolavori che, a quanto pare, non sono stati dimenticati nella loro essenza e nel loro spirito originario.
L'esordio discografico, di lunga durata, della one man band tedesca
Eternal Alchemist rappresenta, dunque, il ritorno a quelle atmosfere ed a quelle melodie capaci di ammantare il metallo nero di epicità ed orgoglio, capaci di riportare, quindi, la mente indietro nel tempo quando prodi cavalieri senza macchia e senza paura cavalcavano i loro destrieri per lande desolate.
"Demon Summoning" sta tutto qui. Sta nelle sue atmosfere e nelle sue melodie.
Qui occorre chiudere gli occhi, indossare l'armatura, brandire la spada e combattere per i propri ideali, dimenticando il presente e viaggiando con la mente in un sentiero oscuro... credo sia superfluo sottolineare che siamo al cospetto di musica estrema, "semplice", con pochi fronzoli, melodica e violenta.
Piuttosto si devono ascoltare le clamorose aperture della titletrack, sfido chiunque a non brandire la spada di cui sopra, ci si deve perdere nelle melodie malvagie e medievali di
"Death over Europe pt.1" e
"Death over Europe pt.2" oppure ci si deve esaltare di fronte alla furia di poeticissime schegge come
"Blood Cathedral" ed intraprendere il viaggio del quale parlavo prima.
E basta.
Non vi parlerò di tecnica strumentale, registrazione, scream e quant'altro: se avete amato gli album con i quali ho iniziato il mio sproloquio, avete già smesso di leggere e siete andati a comprare
"Demon Summoning".
Eterna gloria
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