I
Sepultura quest’anno compiono 33 anni di carriera e, per quel che mi riguarda, hanno 20 anni di troppo, dal quel 1997 che vide l’abbandono di
Max Cavalera.
Avrebbero dovuto sciogliersi e invece hanno deciso di proseguire, inanellando una serie infinita di album mediocri.
“
Machine Messiah” è il 14° album in studio della discografia della band di Belo Horizonte che nulla aggiunge a quanto già fatto in passato.
Chiariamoci subito, non voglio fare per l’ennesima volta la parte del fan deluso rimasto ai tempi di “
Roots”, ma sfido chiunque a trovare validi motivi per acquistare un disco dei Sepultura nel 2017.
Certo, si obietterà, il giudizio va dato qui ed ora, senza scomodi paragoni con il passato, ma è altrettanto vero che non si può non tenere conto di ciò che c’è in giro, e in giro c’è sicuramente tanta, ma tantissima, musica più eccitante ed emozionante dei
Sepultura del 2017.
“
Machine Messiah” è un disco he al netto di certe influenze tipicamente heavy, soprattutto negli assoli, che riportano le lancette indietro di 25 anni, al netto di alcune trovate d’effetto, come il mood orientaleggiante di “
Phantom Self” e certi inserti di tastiere di “
Sworn Oath”, ha davvero poco da offrire.
Vogliamo parlare della cattiveria “agonistica”? Se “
I Am The Enemy” è il frutto di tale cattiveria allora è meglio gettare subito la spugna, un pezzo che è alquanto inoffensivo, come possono esserli dei quasi cinquantenni che non hanno più la grinta, la verve, gli “’occhi della tigre”, che potevano avere a 20 anni.
Aggiungo che un pezzo come “
Alethea” o “
Sworn Oath” hanno un buon groove, ma giusto per citare qualcosa di positivo e non dirne solo male.
Il giudizio definitivo si aggira dalle parti della mediocrità, anche se c’è chi cercherà di convincervi che i
Sepultura questa volta hanno azzeccato il disco buono, come non lo azzeccavano da anni. Peccato che sono anni che la band non faccia un disco non dico degno di essere acquistato, ma di essere addirittura ascoltato. Ma come diceva il vecchio adagio, “de gustibus…”.
Chiudo rimarcando ancora una volta la delusione nel non provare alcuna emozione ad ascoltare un pezzo dei
Sepultura, band che una volta era una certezza, che ha accompagnato la mia crescita musicale e non.