Il giudizio del primo album dei Metus non può differire più di tanto rispetto a quello del precedente demo targato Settembre 2003. In effetti le tematiche, il concetto, la musica, la produzione... tutto è rimasto qualitativamente fermo a due anni fa, con tutti i pregi e i difetti che questo fatto può implicare. La scelta stilistica, ancora una volta, è ricaduta su una specie di metal progressivo piuttosto strampalato, mescolato sapientemente con qualche sfuriata black metal a base di blast beat e riffoni dissonanti. Qualcuno parlerebbe di avantgarde metal, e non totalmente a sproposito... i Metus sono avanguardistici a partire dalle intenzioni, ancora prima di ascoltare la musica schizoide e a tratti geniale che il duo siciliano è in grado di comporre. Come si può spiegare la scelta di scrivere i testi per le canzoni ma poi di non cantarli, se non in maniera dannatamente dadaista?! Questa è la musica che si prende gioco della musica, con quelle tastiere onnipresenti che disegnano tutto e il contrario di tutto, affermano cose per poi smentirle qualche istante dopo... la follia dei Metus non conosce limiti nè confini, è un fiume in piena che travolge le certezze dell'ascoltatore e le spinge a modificarsi e ad evolvere. Se questa sia una cosa del tutto positiva, proprio non lo so... di sicuro c'è che "Di Niente Facciamo Parte" è un album difficile ed impegnativo da ascoltare, che anche per la mancanza del cantato si dimostra in continuazione chiuso ed ostico. Ma una volta penetrata la sua cortina protettiva, non si potrà che apprezzare il grande lavoro svolto da Biagio e Alessandro, in alcuni pezzi veramente entusiasmante. Mi pare di aver detto tutto: non mi resta che invitare all'ascolto di questo lavoro bizzarro e curioso, ma che potrà dare notevoli soddisfazioni a chi sarà in grado di dargli una possibilità! Ancora una volta un prodotto di buona qualità dalla Il Male Productions.