Abbandonati dal loro fondatore, il tastierista
Dries Gaerdelen, i belgi
Saille si rimboccano le maniche e rilasciano il loro quarto album, sempre licenziato dalla nostra Code666 che nel gruppo di Ghent sembra credere molto visto il rapporto così duraturo.
Il nuovo
"Gnosis", questo il titolo dell'album, è un lavoro all'insegna della continuità: come per il predecessore
Eldritch, il gruppo lima la parte più propriamente sinfonica del suo black metal, optando per una musica brutale ed oscura che a volte sembra avvicinarsi al death di scuola polacca e che, in generale, da una sensazione di forza e potenza davvero notevoli. Sempre il linea con il passato, i
Saille ci offrono canzoni di qualità e di notevole intelligenza compositiva: archiviata quasi del tutto l'influenza Dimmu Borgir, il gruppo ci offre partiture variegate da ascoltare con attenzione per essere apprezzate del tutto, notevole e gelida violenza, ma anche inaspettate aperture melodiche, soprattutto in fase di solo delle chitarre, che accoppiate agli, sporadici ma efficaci, interventi sinfonici ampliano lo spettro espressivo di musicisti certamente preparati dal punto di vista tecnico, ma anche, e soprattutto, bravi in fase di arrangiamento.
"Gnosis", anche qui come in passato, è un concept album dedicato all'ideale prometeico e alla sua controparte luciferina, e, sebbene soffra di una produzione in qualche modo "confusa", in quanto non in grado di dare risalto in maniera valida a partiture tanto imponenti come quelle qui presenti, risulta essere composto non solo da pezzi splendidi come
"Blôt" e
"Before the Crawling Chaos", tra le cose migliori mai incise dai belgi, ma da una generale ricerca sonora, sia in fase di costruzione che di esecuzione, che lo rendono differente dalla massa delle uscite del settore e lavoro di sicuro interesse.
Insomma, i
Saille, ancora una volta, dimostrano non solo di essere dei fuoriclasse del symphonic black metal perchè in grado di dire qualcosa di interessante in un genere che, a ragion veduta, sembrava aver esaurito la sua vena creativa visto lo stato in cui giacciono i grandi nomi del settore, ma anche di meritare un ruolo di primissimo piano nella scena estrema europea ed un riconoscimento che, fino ad ora, è solo stato sfiorato.
Per quanto mi riguarda una conferma di gran classe.
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