La sincerità prima di tutto. Il punk e l'hardcore non mi sono mai piaciuti. Cerco di evitarne l'ascolto, come se mi trovassi di fronte ad un'epidemia di peste. Ma quando arriva qualche cd dalla redazione, non posso scappare o rifiutarmi di recensirlo. Ovvio che il mio giudizio, seppur onesto, può lasciare il tempo che trova. Non essendo un genere che mastico, ho difficoltà a riconoscere il reale valore di un disco, magari un capolavoro lo definisco una schifezza e viceversa. Fate una cosa, prendete il tutto con le molle, ascoltatore avvisato, recensore salvato. I Sick Of Society, band italo-tedesca in giro dal 1989 ( anche se con altro nome e con una line-up cambiata più volte in questi anni ), con svariate uscite discografiche tra nastri e cd, presumibilmente tutti autoprodotti, ci propongono il loro nuovo lavoro, " Life Lines ", 26 minuti per 18 brevissime canzoni. Alcune molto gradevoli, altre oltremodo fastidiose per la loro semplicità ed estrema somiglianza l'una con l'altra. I momenti migliori sono " Hope ", la canzone più lunga ( supera di poco i 2 minuti ) che mi ha ricordato i Guano Apes più ispirati, la violenta " ! None Punk ! " che vede la presenza di Max Cavalera ai cori, la scanzonata " Throw It All Away " molto vicina al materiale d'oro dei Green Day. I tre suonano bene, nonostante il genere non sia dei più tecnici, il suono che esce dai solchi è pulito ( il batterista dei Fleshcrawl, Bastian Herzog, ha curato il tutto nei suoi Kaos Studios ) anche se la voce risulta eccessivamente monocorde. Al disco potrei dare un 5 ma sarebbe condizionato dalla mia idiosincrasia per il genere proposto, quindi ritengo corretto esularmi dall'assegnare una valutazione numerica.
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?