USBM: semplicemente una etichetta che sta ad indicare l'interpretazione che del black metal danno i gruppi americani, interpretazione che nel caso degli
Woe raggiunge vette di assoluta eccellenza tanto che, a mio avviso, con i
Nachtmystium ormai sciolti, è proprio il gruppo di
Chris Grigg ad avere nelle sue mani lo scettro di miglior band del genere, per lo meno nella sua versione "moderna".
Se il vostro standard di black metal è quello europeo, nordico per la precisione,
"Hope Attrition" è un album che vi spiazzerà.
Suoni nitidi e cristallini. Tecnica strumentale di rilievo. Una forte commistione con il death metal ed un flavour che può essere definito solo come americano.
Eppure, sorprendentemente, l'album risulta gelido e disperato, come il Nord Europa ha codificato, ormai tanti anni fa, il metallo nero.
Rispetto al lavoro precedente, il bellissimo
Withdrawal, gli
Woe hanno indurito parecchio la loro proposta (probabilmente anche per il senso di sconfitta che si respira leggendo la tracklist) presentandoci brani devastanti, che non lasciano respiro all'ascoltatore, quasi alieni nella loro perfezione formale, e, soprattutto, gonfi di una rabbia e di una forza lacerante che trova pochi paragoni, in termini di qualità, in giro per gli States.
Risulta chiaro, ascoltando il nuovo album, che gli
Woe siano oggi un gruppo compatto che suona come una macchina.
Il già citato Grigg resta la mente unica dei Nostri, ma i musicisti che lo affiancano arricchiscono lo spettro sonoro con sfumature che rendono
"Hope Attrition" vario e mai uguale a se stesso, sebbene violento dall'inizio alla fine, e tutti insieme i quattro elementi che formano l'entità
Woe ci offrono inaspettate melodie in fase di assolo, riffing contorto e spietato, blast beats feroci e ricami di fino sui piatti, velocità assassine e possenti rallentamenti, vocals che prediligono il growl (grande novità questa) allo scream isterico, e, cosa fondamentale, canzoni che sono quanto di meglio l'estremo d'oltre oceano possa offrirci oggi: date, ad esempio, un ascolto alla spaventosa
"No Blood Has Honor" o alla terremotante
"Drown Us With Greatness" per rendervi conto delle abilità compositive di un gruppo capace non solo di annichilire ma anche, soprattutto, di emozionare con le sue traiettorie moderne ma, in qualche modo, legate al passato glorioso di un genere come il black metal che gli
Woe sembrano trasformare in qualcosa di "diverso" senza tuttavia reinventarlo o stravolgerlo, riuscendo, per tanto, in una impresa che solo quelli "bravi" sono in grado di fare.
"Hope Attrition" è un album difficile e complesso, ma dalla scardinante forza emotiva che, se capito nella sua essenza, vi svelerà il suo valore e la sua bellezza.
Una bellezza gelida che spero saprà regalarvi emozioni.
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