Partoriti dalla mente dell'ex bassista e cantante dei Dying Fetus, Jason Netherton, i Misery Index vantano la presenza di altri volti noti all'interno del panorama grind/death metal, quali i chitarristi Mike Harrison e Sparky Voyles, rispettivamente ex membri di Pessimist, Cadaver Symposium e Sadistic Torment il primo e Dying Fetus, M.O.D. e Fear Of God il secondo, senza tralasciare l'ex Suffocation, M.O.D. e Dying Fetus drummer, Kevin Talley.
Con una formazione del genere, i Miery Index hanno registrato il loro primo album, Overthrow, una devastante scarica di grind nell'intento di combinare gli aspetti più moderni del genere con il classico sound di primi anni Novanta di band quali Napalm Death, Bolt Thrower o Morbid Angel.
Malgrado una produzione non proprio cristallina, quello che emerge dalle 8 tracce dell'album è un prodotto di tutto rispetto nel quale tecnica e precisione si affiancano ad una potenza devastante del riffing monumentale delle chitarre, del cantato spietato di Jason e della precisissima batteria di Kevin Talley (tra l'altro, uno dei tre possibili sostituti di Lombardo negli Slayer).
L'esperienza certo non manca ai quattro musicisti e un brano quale "Manufacturing Greed", qui proposto anche in sede live, non dovrebbe lasciare dubbi sulle capacità dei Misery Index, continuamente impegnati nel togliere il respiro all'ascoltatore per gettarlo in una caotica tempesta sonora, nella quale la fanno da padrona le impazzite accelerazioni di batteria (a tratti a velocità inaudite, come in "Pulling Out The Nails") alternate a modesti up tempo, dalle dimensioni decisamente più "umane". Impressiona positivamente anche il songwriting, mai scontato o confusionale (come spesso capita nel genere) ma sufficientemente articolato e tecnico, capace di mantenere viva l'attenzione durante il breve (poco più di venti minuti) ma intenso ascolto.
Degna di nota la cover di "Dead Shall Rise" dei Terrorizer, storica band americana del genere, in perfetto stile con la proposta dei Misery Index.
Non solo l'aspetto musicale ma una vera e propria filosofia sta dietro questa band, un atteggiamento di aperta denuncia e contrasto nei confronti di una mentalità troppo spesso vittima delle circostanze e arrendevole nei confronti di un sistema (nella fattispecie quello americano) dai molteplici risvolti negativi.
Certo i Misery Index hanno usato il modo più violento (almeno a livello musicale) per far sentire la propria voce, sperando che in molti siano disposti ad ascoltare.
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