Gli
Holy Martyr che incrocio in occasione di "
Darkness Shall Prevail", il loro quinto album che rafforza il sodalizio con la
Dragonheart, lasciano subito intravedere diverse novità. E non mi riferisco solo ai due recenti innesti in formazione (il chitarrista Paolo
Roberto Simoni e il batterista
Stefano Lepidi), quando alle novità presenti a livello musicale e anche sul piano lirico.
Partendo proprio da quest'ultimo aspetto, "
Darkness Shall Prevail", un po' a sorpresa, è un concept album che non guarda alle tematiche storiche cui gli
Holy Martyr ci avevano abituati in passato (Antica Roma, Sparta, l'epopea dei Samurai..), ma che è ispirato dagli scritti (a mio parere, troppo sfruttati oramai) di J.R.R. Tolkien.
Ma, come anticipato, non mancano nemmeno dei cambiamenti nel sound, oggi meno diretto e battagliero rispetto al passato, ma in grado di acquisire toni più doomeggianti, dilatati e ricchi di pathos, che talvolta possono ricordare i Doomsword e i Domine ("
Heroic Deeds" e "
Witch-King of Angmar") e soprattutto lo U.S. Metal più epico e sulfureo, tra Warlord, Manilla Road e i primi Manowar, di "
Numenor" o "
Born of Hope", con una produzione calda e non plasticosa, che ben avvolge le canzoni.
Tra le ottime "
Taur Nu Fuin" (evocativa e dall'oscura epicità) e la già citata "
Witch-King of Angmar" (dove
Alex Mereu esprime tutto il suo potenziale), un intro e un paio di intermezzi strumentali, si erge la mastodontica e poliedrica "
The Dwarrowdelf", dove passato, presente e (spero) futuro degli
Holy Martyr trovano la loro collocazione ideale, dando vita a quella che forse è la miglior espressione musicale, dagli esordi a oggi, di una band che affonda le proprie radici nel lontano 1994, quando in provincia di Cagliari (e inizialmente sotto il nome Hell Forge) il chitarrista
Ivano Spiga gli diede vita.
Un gran bel disco, direi all'altezza del passato, e che ritengo abbia anche il potenziale per crescere di resa e impatto proseguendo con gli ascolti, dove però gli
Holy Martyr sembrano perdere un pizzico di quella personalità e di animus pugnandi che in passato avevano dimostrato di saper esprimere nelle proprie composizioni.
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