Copertina 6

Info

Anno di uscita:2017
Durata:46 min.
Etichetta:Despotz Records

Tracklist

  1. THE FALL
  2. HYPOCRITE
  3. LET ME OUT
  4. BLACK SOULS
  5. GODLESS UTOPIA
  6. ENDLESS ROADS
  7. KILLING OURSELF TO LIVE
  8. I'M YOUR SIN
  9. EMPEROR OF CHAOS
  10. IMMORTAL SIN (FIGHT COVER)
  11. THE BEAST INSIDE

Line up

  • Patrick Ankermark: guitar
  • Per Bjelovuk: drums
  • Chris Bertzell: guitar
  • Tommie Winther: bass
  • Liv JAgrell: vocals

Voto medio utenti

I Liv Sin nascono dalle ceneri dei Sister Sin, scioltisi nel 2015 dopo 13 anni di attività. La storica singer Liv Sin esce ad Aprile 2017 con il debut album “Follow Me”, prodotto da Stefan Kaufmann e Fitty Wienhold (Udo, Accept) ed indubbiamente l’influenza dei gruppi di appartenenza dei produttori si fa sentire fortemente nella direzione musicale del disco. Un power metal veloce in alcune tracce ( l’opener “Tha Fall”, “Killing Ourselves To Live” ), piu’ cadenzato in altre ( “Hypocrite”, “Immortal Sin” ), con una spuzzata di riffami e blastbeat vagamente Black Metal ( “Black Souls”, “Godless Utopia” ) e l’aggiunta di una ballad sul finale “The Beast Inside”. Insomma, il lavoro è ben suonato e prodotto, la voce di Liv Sin è forte, potente, è una delle migliori female-vocals in circolazione a mio parere ed il prodotto puo’ sicuramente piacere ai “defenders” che amano gli Accept o i Judas Priest dato che qui l’impronta Metal è piu’ evidente rispetto ai lavori coi Sister Sin, piu’ hard rock, tuttavia alla fine dell’ascolto si ha certa sensazione di incompiutezza dovuta al fatto, credo, che il songwriting non brilla certo per originalità, le melodie sono si rocciose, ma prevedibili, in alcuni casi (“Mortal Sin” che vede Jyrki dei 69 Eyes a supporto delle vocals, il chorus è ripetuto all’infinito ), in altri (“Let Me Out”) la componente catchy diventa un po’ stucchevole, e il lavoro alle chitarre da parte dei volonterosi Chris Bertzell e Patrick Ankemark non è certo trascendentale. Un discreto cd che probabilmente ascolterete un po’ di volte e poi riporrete nella custodia … un po’ poco …
Recensione a cura di Marco ’Metalfreak’ Pezza

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