Giunti al sesto lavoro in studio, gli olandesi
Dead Head ci avvisano un po’ pomposamente di essere tornati ( l’ultimo lavoro è del 2009 ) per dimostrarci “
come il Thrash Metal dovrebbe essere suonato ! Aaaaaaarrgghhh!”
Al di là delle frasi ad effetto, bisogna ammettere che la loro proposta è un furioso Speed / Thrash Metal fortemente debitore verso gruppi quali
Slayer (in primis), ma anche
Sadus, Exodus e
Kreator, che ha quindi le radici ben salde negli ’80 pur suonando moderno.
L’aggressività sconfina a volte nel Death con riff iperveloci e serratissimi, assoli dissonanti, drumming furioso e vocals rabbiose che ricordano Mille Petrozza . I pezzi sono tutti velocissimi e trasudano violenza, a cominciare dall’opener “
Helhuizen” con l’urlo disperato di Tom Van Dijk in poi abbiamo 12 proiettili impazziti che per fortuna godono di un songwriting ispirato ed una esecuzione impeccabile per il genere proposto. “
Duhr” parte piano per poi diventare subito furiosa, le successive “
Palfium” ( che ricorda un po’ “
Angel Of Death”),”
Fortress Of Greed”, “
The Awakening” e “
Close” sono dei pugni in faccia con un riffama che non lascia respiro, il muro di suono creato dai Dead Head è impenetrabile, “
The Day Of The Devil” prosegue il discorso e ha l’effetto di un treno impazzito che irrompe in una stazione, “
Spanish Horse” gode di qualche rallentamento, stop and go ma rimane di Slayeriana ferocia. La furia che finora ha accompagnato le canzoni e’ stemperata da “
The Reformation”, traccia completamente acustica, ma è subito un comeback ai Kreator più maligni con “
The Gates Beyond” che alterna accelerazioni a rallentamenti; chiudono “
Eternity Detroyed” e “
The Battle Of Europe”, velocissime e martellanti nel loro riffama ibrido fra Kreator/Slayer
Non sono in grado di dire se quello proposto dai
Dead Head sia “
il Thrash come deve essere suonato” ma se cercate violenza e rabbia sonore, nonché una esecuzione impeccabile, questo disco fa sicuramente al vostro caso.
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