Band death metal che viene dalla fine del mondo (non ho resistito alla battuta), i cileni
Soulrot si gettano nella mischia con il presente
“Nameless hideous manifestations”, lavoro che affonda le radici nel più classico death metal….svedese.
Ebbene sì, il trio composto da
JH Wilschrey (basso, vocals),
JL Olmos (guitars) e
Daniel Fredes (batteria) è devoto in maniera compulsiva alle sonorità old school provenienti dalla lontanissima Scandinavia, le canzoni che compongono il cd sono pesantemente influenzate dai primi
Entombed (“
Blackstone” sembra uscita da una serata alcolica con LHP in loop),
Carnage, Grave e Unleashed con tanto di riff ronzanti in midrange, voce catacombale, d-beat e ritmiche dannate.
“
Nameless hideous manifestations” scorre che è una bellezza senza lasciare attimi di pausa fra un brano e l’altro, grazie anche ad una produzione ben bilanciata.
Fra i 10 brani che costituiscono il cd meritano una segnalazione - oltre alla già citata
“Blackstone” - l’opener
“Those who dwells in the abyss” dai fortissimi richiami ai primi
Unleashed,
“Ectoplasmic revelations” e “Infertile anti-womb”.
Il limite dei
Soulrot è quello che la band condivide con tutte le band più o meno brave che suonano revival: ovvero seguire indefessamente quel percorso.
Se questo non costituisce un grosso problema, allora avete trovato il modo di passare una quarantina di minuti ad alto volume.
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