Da vecchio estimatore del
prog-rock “classico” non posso che rimanere molto affascinato (
ehm,
artwork a parte … ) da “
Progressiva desolazione urbana” dei
Disequazione, formazione italiana che si abbevera con gusto, forte della sua notevole esperienza, all’inesauribile fonte ispirativa rappresentata da Genesis, Camel, PFM e Le Orme.
Con un’introduzione del genere potrebbe sembrare che il disco si rivolga esclusivamente ai “nostalgici” del genere, e in parte tale impressione è confermata dai fatti, ma se amate “gente” come The Flower Kings e Transatlantic ben sapete quanto certe influenze appaiano imprescindibili anche per le tendenze più “recenti” di un suono che non sempre nelle sue derive maggiormente “moderniste” ha saputo trovare un’analoga forza emotiva.
Al di là di ogni altra valutazione, l’oggetto di questa disamina si rivela un ottimo lavoro, composto e suonato con estrema cura nonché alimentato da una poetica di spessore, che “scomoda” addirittura un premio Nobel per la letteratura come
Eugenio Montale (sua una citazione presente nel
booklet) per sostenere il tema dell’isolamento e della solitudine dell’essere umano nelle società metropolitane.
Pilotato dalla voce tersa e comunicativa di
Luca Sparagna, a volte non troppo dissimile da quella del mitico
Aldo Tagliapietra (con cui il nostro ha, tra l’altro, collaborato in più di un’occasione) il programma si dipana con efficacia e intelligenza, sofisticato eppure anche abbastanza facile da “ricevere”, senza per questo apparire banale.
“
Inutile” è uno splendido modo per aprire il disco, con le sue sonorità equamente sospese tra vaporose liquidità e raffinatezze e non è da meno la successiva “
Vaso di Pandora” sostenuta dalla straordinaria prestazione di
Giorgio Radi al basso e pulsante di nitida classe.
“
E' giorno ormai” è un pezzo ricco di
groove e di spumeggiante solarità, “
Nel giorno del piccolo Gik” ammalia per l’onirica e melodrammatica tensione espressiva, mentre il frammento in tre parti che dà il titolo all’opera contiene tutti gli ingredienti necessari alla tipica
suite progressiva (tra i mirati ricami Floyd-
iani e piccole scorie di marca King Crimson), arrangiati con temperamento, spiccata vocazione melodica e pure una certa “freschezza”.
“
Progressiva desolazione urbana” è un albo di valore, che si posiziona in quella terra di mezzo fatta di musica “oltre il tempo”, destinata a procurare un’intatta soddisfazione
cardio-uditiva ai
progofili di ogni epoca.
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