Brutti, cattivi ed ignoranti.
Questo sono gli americani
Weapönizer al loro secondo parto discografico, il qui recensito
"Lawless Age", che riporta il gruppo sul mercato dopo cinque anni di assenza dall'esordio omonimo del 2012.
Il nuovo album, come da titolo, è un concentrato di violenza senza una legge precisa: il gruppo sa amalgamare, con cognizione di causa, raw black metal, thrash e war metal di scuola canadese senza rinunciare ad una buona dose di attitudine, e sonorità, hardcore/punk, come la cover di
"World War 2" degli English Dogs testimonia ampiamente più di mille parole, il tutto diluito in un suono molto più pulito di quanto ci si potrebbe aspettare e sorretto da una preparazione tecnica tutt'altro che trascurabile.
I
Weapönizer, in sostanza, pestano duro e non fanno tanti prigionieri, ma non rinunciano ad usare il cervello ed a scrivere, quindi, brani che siano tali e non mero esercizio di violenza fine a se stessa come spesso, nel genere, mi tocca ascoltare. Del resto, alcuni ottimi assolo di chitarra, i cambiamenti di tempo in fase ritmica e il ricorso ad intelligenti "melodie", sono tutte spie di una cura in fase di arrangiamento e di songwriting che ci danno la giusta dimensione, in termini qualitativi, di questo bel dischetto.
Un dischetto che, di certo, non cambierà la storia della musica estrema ma che saprà regalare soddisfazioni ai più intransigenti, ed aggiungo i più attempati visti i richiami al passato presenti nelle spire dell'album, tra i nostri ascoltatori.
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