I
Blazing Rust sono dei veri illusionisti, ascolti "
Armed to Exist", il loro primo album, è provi la sensazione di ritrovarti negli anni '80 in piena N.W.O.B.H.M., diciamo più dalle parti di Birmingham che di Londra.
Invece siamo già nel 2017 e questo quintetto ha tutt'altri natali, infatti, proviene dalla Russia, per la precisione da San Pietroburgo, a suo tempo sede della corte degli Zar e oggi città d'origine di una delle più convincenti formazioni esordienti incrociati nell'ormai sempre più inflazionato ambito R.W.O.H.M. (Revival Wave of Heavy Metal).
Non stupisce quindi che a pubblicare "
Armed to Exist" sia la
Pure Steel Records, lesta a dare spazio e visibilità ai
Blazing Rust, che ben sfruttano i tre quarti d'ora abbondanti a loro disposizione, frazionandoli lungo nove brani che guardano alla New Wave of British Heavy Metal dall'inizio (una "
Hellbringer" in forte odore di Judas Priest) alla fine (la più teatrale "
Under the Spell") passando per la stessa "
Blazing Rust", brano che oltre a riprendere il nome della band si rivela un robusto episodio con una bella prova dei due chitarristi, e nel complesso ricorda non poco l'approccio al genere messo in atto dagli Enforcer.
L'accoppiata "
Dying World" e la maideniana "
Blindfold" rappresenta forse il momento più alto del disco, due canzoni che mettono in evidenza le qualità del gruppo, con il cantante
Igor Arbuzov una spanna sopra tutti, ben supportato anche da una adeguata resa sonora, ruvida e potente il giusto.
Non credo che quando Winston Churchill coniò la definizione Cortina di Ferro pensasse proprio ai
Blazing Rust, ma i tempi cambiano ...
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