Cari amanti del
prog-rock, interrompete momentaneamente i febbrili preparativi per le agognate vacanze estive e organizzatevi per distrarre alcuni dei fondi a esse riservati destinandoli ad assecondare le vostre passioni musicali.
L’albo d’esordio dei
Monnalisa merita assolutamente di far parte delle vostre preziose collezioni discografiche, soprattutto se siete estimatori del cantato in italiano e non disdegnate moderate “metallizzazioni” del nobile suono che tanto vi fa fremere.
“
In principio” è un’opera brillante, creativa e non astrusa, intelligente e poetica, in cui parole e suoni s’incastonano perfettamente senza forzature o artificiosità, raggiungendo il cuore e i muscoli dell’ascoltatore un attimo prima di arrivare a stimolare anche il suo cervello, per un coinvolgimento emotivo pieno e copioso.
Un risultato a cui i veronesi approdano mescolando intelligenza, cultura e buongusto in un calderone in cui si possono scorgere le figure di svariati potenziali numi tutelari (PFM, Banco Del Mutuo Soccorso, Pain of Salvation, Rush, Uriah Heep, Camel, Dream Theater, …), il cui insegnamento è esaltato da un percorso espressivo ricco di temperamento, ben lontano dalle facili suggestioni mutuate dalla “storia” del genere o dalle “mode” più recenti che vorrebbero il “centro dell’universo”
progressivo ubicato
un po’ più a nord del nostro adorato
Belpaese.
I quattro musicisti veneti, guidati dalle radiose tastiere e dalla voce comunicativa di
Giovanni Olivieri, propongono una quarantina di minuti di pura delizia sonora, avviata dall’intensità
hard-prog di “
Specchio”, perfetta per spalancare le porte al
masterpiece “
Il segreto dell’alchimista”, dove l’equilibrio tra i vari elementi raggiunge il suo apice designando il brano come il momento più “alto” dell’intera raccolta.
Importanti scosse sensoriali arrivano, tuttavia, pure dalle pulsazioni e dal testo sagace di “
Catene invisibili”, mentre tocca a “
Infinite possibilità” aumentare il coefficiente
metallico di un tracciato stilistico che nella
verve strumentale di “
Oltre” vede l’ulteriore aggiunta di un’enfasi in grado di lambire atmosfere care ai formidabili Savatage.
Con la splendida “
Viaggio di un sognatore” il clima, pur mantenendo il giusto “graffio”, si fa maggiormente rarefatto e raffinato, e c’è ancora spazio per un episodio di
rock “evoluto” del calibro di “
Ricordi”, suggello finale di un debutto certamente molto ispirato, coinvolgente e maturo.
Grazie al proverbiale “fiuto” dell’
Andromeda Relix possiamo dunque contare su una nuova, importante, “promessa” italiana del settore, con un grande presente artistico e un futuro tutto da “scrivere” … non rimane che contribuire all’operazione tramite un adeguato sostegno.
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