Una intro strumentale, dal sapore e titolo "Lovecraftiano", ci introduce al dodicesimo lavoro in studio degli storici
Nocte Obducta i quali, dopo aver annunciato una decina di anni fa il loro scoglimento, sono tornati sui loro passi e si sono messi a produrre album con scadenza più o meno regolare, tanto è vero che il nuovo
"Totholz (Ein Raunen aus dem Klammwald)" è già il quinto parto post annuncio.
La ritrovata verve compositiva del gruppo di Mainz si esprime, in questa occasione specifica, in un disco meno sperimentale rispetto a certe uscite del passato e più attento, dunque, ad una forma espressiva diretta, semplice e molto oscura, molto più vicina al black metal di quanto, spesso, non lo sia stata negli anni precedenti.
Il particolare mix di black e dark metal, da sempre trademark dei Nostri, in
"Totholz" sembra guardare alle origini dei
Nocte Obducta in una sorta di nostalgica rivisitazione, in chiave germanica, dell'estremo norvegese per un risultato complessivo che, come da copione, risulta molto personale nelle sue armonizzazioni e facilmente riconoscibile tra i tanti prodotti che invadono il mercato.
Sebbene il gruppo abbia voluto risultare più immediato, il nuovo album rimane, dunque, fortemente caratterizzato dalla personalità dei suoi compositori grazie ad atmosfere morbose, particolarmente nere, che ne segnano lo sviluppo ed indirizzano verso una direzione ben specifica l'ottimo riffing di chitarra, l'aspra voce del leader
Torsten e la produzione, secca e scarna, capace di esaltare tutte le sfaccettature di questa atmosfera e di far risaltare, nel modo corretto, tutti gli strumenti.
Nonostante la loro lunga storia, i
Nocte Obducta sono ancora in grado di scrivere buona musica e sono ancora capaci di dimostrare che il black metal ha ancora forme espressive da esplorare sopratutto quando, come in questo caso, è abilmente mescolato ad "altro" e non tristemente ancorato ad un passato che, probabilmente, non potrà più tornare ma che può ancora essere fonte di ispirazione per i compositori più intelligenti tra i quali il gruppo tedesco certamente rientra come dimostra in brani come la lunghissima
"Wiedergaenger Blues", posta a chiusura dell'album, che con il suo abile mix di psichedelia e extreme metal mette in mostra un songwriting tutt'altro che banale o scontato, o nella titletrack così fredda e diretta da farci balzare dalla sedia.
Insomma, non si arriva ad avere una carriera lunga e prolifica come quella dei
Nocte Obducta senza avere talento e, di conseguenza, se non conoscete il gruppo, questo album, nella sua semplicità, è di certo un ottimo modo di scoprirne le capacità e di assaggiare un buonissimo piatto di musica estrema.
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