Copertina 7

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2017
Durata:38 min.
Etichetta:Relapse Records

Tracklist

  1. MARERIDT
  2. MÅNEBLÔT
  3. THE SERPENT
  4. CROWN
  5. ELLESKUDT
  6. DE TRE PIKER
  7. FUNERAL
  8. ULVINDE
  9. GLADIATRIX
  10. KÆTTEREN
  11. BØRNEHJEM

Line up

  • Myrkur: vocals, guitars, piano, nyckelharpa, violin, keyboards, organ, percussion

Voto medio utenti

"Mareridt", il secondo album di lunga durata della danese Myrkur, è un lavoro difficile e furbo.
Difficile perchè, a mio avviso, ripetere la qualità dell'ottimo esordio "M" non era impresa facile, così come non lo era restare immuni a tutte le critiche ed al gossip che, sin dall'esordio, accompagnano l'attività della bella Amalie Bruun.
Furbo, invece, perchè l'artista di Copenhagen, pur mantenendo un piede all'interno della scena metal, sul nuovo album vira decisamente verso una dimensione nuova andando a registrare una serie di brani molto più vicini al puro folk nordico piuttosto che alle atmosfere estreme tipiche della Norvegia dei primi anni '90.
Fatte queste due considerazioni, va riconosciuta a Myrkur la capacità di saper scrivere, e suonare, buona musica: "Mareridt", infatti, al netto di alcuni filler, è certamente un album interessante all'interno del quale la bellissima voce della Bruun è "libera" di esprimersi su partiture che virano dalle tipiche atmosfere nordiche al, già ricordato, folk, dalla residua ferocia del black metal (la bellissima "Måneblôt") ai momenti sognanti ed eterei che, ad una attenta analisi, sono quelli predominanti in un lavoro freddo, spigoloso ma anche caloroso nel suo abbraccio delicato.
Come ho accennato prima, il risultato finale è in parte inficiato dalla presenza di alcuni brani non all'altezza, forse un mini cd sarebbe stato preferibile, tuttavia, soprattutto nella prima parte del lavoro, non mancano spunti interessanti, sia quando Myrkur si cimenta in inedite inflessioni doomish sia quando percorre i più sicuri territori pagani dei suoi esordi, spunti che, lo sottolineo, sono fondamentali per consentire a "Mareridt" di guadagnare una abbondante sufficienza e di confermare Amalie come una artista interessante sicuramente meritevole di essere seguita per la sua musica piuttosto che per le chiacchiere che le girano intorno.
Per quanto mi riguarda, dunque, la prova del secondo album è stata superata: adesso vedremo cosa ci riserverà il futuro.
Recensione a cura di Beppe 'dopecity' Caldarone

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