Mettiamola così … se anche questo “
Airbound” fosse un prodotto
mediocre, rappresenterebbe comunque un momento importante della storia del
rock melodico tricolore, che da oggi si può avvalere di una nuova realtà discografica denominata
Art Of Melody Music, divisione dedicata al genere del neonato
network Burning Minds Music Group (istituito dal
team dell’
Atomic Stuff e che al suo interno raggruppa anche i già noti
brand Street Symphonies e
logic(il)logic, e la nuova
Sneakout).
Il fatto, poi, che l’albo di debutto degli
Airbound sia “
anche” un dischetto favoloso, pieno di melodie pervase da autentico
feeling, interpretate con assoluta partecipazione emozionale da musicisti abilissimi nel coniugare destrezza, sensibilità e cultura, non può che trasformare il tutto in una manifestazione d’inusitato entusiasmo, almeno per chi, come il sottoscritto, esalta già da un “po’” di tempo le qualità distintive dell’
AOR nostrano.
Scoprire che la formazione è guidata da una “vecchia” conoscenza della fonazione modulata come
Tomás Borgogna (autore con la sua
band dell’ottimo “
Something to lean on" e che personalmente seguo fin dai tempi del
demo “
Outbound” …) e che all’opera hanno contribuito
Sven Larsson (Street Talk, Raintimes, Room Experience),
Davide "Dave Rox" Barbieri (Wheels Of Fire, Raintimes, Charming Grace, Room Experience),
Mario Percudani (Hungryheart, Shining Line, Ted Poley, Axe) e
Josh Zighetti (Hungryheart, Charming Grace), senza dimenticare il supporto in fase di arrangiamento di
Pierpaolo "Zorro" Monti (Shining Line, Lionville, Charming Grace, Room Experience, Raintimes), dovrebbe fornire qualche rassicurazione “supplementare” al pubblico degli appassionati, magari inducendolo a quel primo ascolto che, ne sono certo, si tramuterà immediatamente in un’esperienza appassionante e fidelizzante.
Ispirati da Journey, Bon Jovi, Bad English e Street Talk, gli
Airbound sfoggiano una freschezza compositiva davvero spiccata, capace di integrare la notevole classe esecutiva di cui dispongono e trasferire all’astante un’imponente forma di seduzione “adulta”, equamente suddivisa tra
verve e sentimento.
L’
overture “
Have a good time” attrae per la sua elegiaca solarità Journey-
esca, la successiva “
The sun tomorrow” aggiunge un pizzico di grinta all’impasto sonico, mentre veramente “speciale” appare “
Till the end”, un brano enormemente suggestivo, edificato sulla carica melodrammatica della voce di
Borgogna e delle tastiere di
Alessandro Broggi, su cui s’innesta il sapiente gusto cromatico delle chitarre di
Lorenzo Foddai.
Il ritmo pulsante e il
refrain effervescente di “
You live & you learn” garantiscono un’altra bella “scossa”, l’adescante “
Don’t fade away” scopre la miglior inclinazione “radiofonica” del gruppo e “
Zhaneta” è semplicemente un piccolo “purosangue” di
pompous-AOR, che corre libero nelle sconfinate praterie della passionalità.
“
Runaway” e “
Wasted world”, con le loro connotazioni di hard “spaziale”, sono intriganti testimonianze di eclettismo espressivo e se “
She’s a girl”, pur molto gradevole, sconta appena un vago barlume di manierismo, tocca a “
Seven seas” ostentare un’irresistibile vena intimista, tra Toto e U2, in grado di consegnarci un altro indiscutibile
highlight della raccolta.
Benvenuti agli
Airbound e alla
Art Of Melody Music, dunque, ulteriore dimostrazione del brillante stato di salute artistico di una “scena” che può ormai contare su svariate eccellenze italiane, in possesso di quella maturità artistica e professionale necessaria alla “spietata” competizione internazionale … la partita è aperta, e finalmente può essere giocata “ad armi pari” … in altre parole, una grande soddisfazione!