Tommaso Vitali, in arte
Tommy Vitaly, é un simpaticissimo e umile guitar hero toscano che vanta numerose collaborazioni con artisti internazionali e nostrani.
Basti sapere che il nostro, tanto per fare due nomi, due, ha avuto l’onore di avere al suo fianco nella sua carriera due calibri dal nome di
Thomas Vikstrom (
Therion, Stormwind , ecc. ), e
Rhino (ex
Manowar).
In questo ultimo album, il nostro si circonda di ospiti illustri a dare lustro alle composizioni.
Si parte col botto con la titletrack, brano dal sapore heavy/ power un bell’up tempo roccioso.
La voce dell’ospite
Carsten “ Lizard” Schulz é possente e i cori contribuiscono nel chorus a dare pathos epico al brano; il solo del bravo
Tommy, non é un mero sfoggio di tecnica fine a se stessa ma é gustoso nel suo saliscendi neoclassico.
“
The lodge”, é un roccioso mid tempo che ha un sapore epico ispirato ai migliori
Rainbow o a certi
Savatage.
Il brano ha qualcosa di drammatico nell’incipit di organo e la voce del singer
Apollo Papathasio é possente; il brano accellera in una cavalcata in sede di assolo veloce e dall’anima poderosa.
“
Duel”, sembra proprio una sfida tra due virtuosi dello strumento; perché qui vediamo il bravo
Vitaly “duellare” con il grande
Gabriels coi suoi tasti d’avorio in questo speed metal neoclassico con cambi di tempo azzeccati.
“
Macabradanza”, é un brano che introdotto da orchestrazioni cinematiche danno corpo ad un brano veloce in up tempo roccioso.
La qualità dell’heavy metal viene impreziosita dal duo dinamico di singer
Chiara Manese e
Roberto Tiranti, un brano dall’anima trascinante nel chorus e qualche suggestione sinfonica con i cori a dare corpo e pathos.
“
Coraline”, brano ispirato al film e libro omonimo, mi ha colpito per l’atmosfera.
Brano dalle tinte heavy con un attacco dissonante di piano, la composizione ha una vis teatrale e pesante; un power metal roccioso e tagliente; il singer
Jan Manenti offre una prestazione potente, pulita e un chorus in mid tempo quasi dall’anima hard n’ heavy; il solo del guitar hero fiorentino ha un’anima metallica ricca di vibrazioni classiche in armonizzazione.
L’ultimo brano “
Joan of arc”, sembra di portare indietro nel tempo quando i
Maiden scrivevano cavalcate metalliche ispirate.
Questo brano ricco di gran begli spunti, profuma di metallo puro e lo spirito del gruppo londinese capeggiato da
Steve Harris é palpabile ma riveduto e corretto con personalità; il chorus non può che farvi sentire la pelle d’oca com’è successo a me.
Un ritorno col botto del nostro, che aiutato da ospiti e amici tra i quali i grandi
Alessandro Bissa (
Labyrinth, ecc. ) alla batteria e
Andrea “Tower” Torricini (
Labyrinth, Vision Divine, ecc.) al basso ha confezionato un disco di gran gusto metal.
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