Una nuova ripartenza per gli
Alpha Tiger, sottolineata dall'aver scelto come titolo per il loro quarto album il nome stesso del gruppo. E i motivi per parlare di un nuovo inizio ci sono tutti, innanzitutto l'esordio del nuovo cantante,
Benjamin Jaino (che ho già avuto modo di apprezzare nel corso del loro tour di supporto ai Battle Beast) ma anche un inedito approccio musicale. Infatti, messo in un cantuccio il Power Speed Metal che aveva caratterizzato le loro prime uscite, ora cercano "aria nuova".
Ma se con "
Comatose" (scelta come singolo) le cose non vanno certo male: vibrante, accattivante e old school, è poi la fiacca e melensa "
Feather in the Wind" a far sorgere i primi dubbi, confermati da una "
Singularity" dalle tentazioni più moderne dove anche il cantante sembra perdere qualche colpo. Una brusca frenata con la più melodica "
Aurora", con le sue sonorità ostentatamente retrò e soft, con un Hammond settantiano a dominare la scena ma dove anche le chitarre e la voce si fanno trovare pronte, su melodie vagamente alla Simon & Garfunkel. Poche vibrazioni da "
To Wear a Crown" che sembra seguire l'esempio degli Edguy nel loro allontanarsi dal Power degli esordi a favore di un Hard Rock ammiccante, ma senza la stessa convinzione e risultati di Sammet e soci.
Giunti alla seconda metà del disco, è ormai evidente che i tempi di "Identity," sono ormai lontani, e lo conferma "
Vice", che per quanto vivace non è certo riconducibile al True & Teutonic Metal, Poi scopriamo "
Welcome to Devil’s Town" e "
My Dear Old Friend" (riecco l'Hammond) che si incanalano lungo i sentieri poco prima battuti da "
To Wear a Crown", con gli stessi altalenanti successi, brani dal songwriting confuso e dispersivo, che si salvano rispettivamente per un bel guitarwork messo in mostra nella prima e per l'approccio dickinsoniano della seconda. Un po' di verve in più scorre lungo
"If the Sun Refused to Shine", infine con "
The Last Encore" non assistiamo all'arrivo della cavalleria accorsa a salvarci, anzi dopo un breve introduzione narrata ecco che si chiude con il brano meno ispirato dell'intero lotto.
"
Alpha Tiger" suscita più perplessità che consensi, e certo non dovute alla virata musicale, lungi voler sminuire il coraggio e la volontà di cambiamento della band, quanto dalla reale efficacia delle canzoni che ne fanno parte.
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