Battle Dagorath - II - Frozen Light of Eternal Darkness

Copertina 8

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2017
Durata:79 min.
Etichetta:Avantgarde Music

Tracklist

  1. THE GREAT UNTUNING
  2. DEATH OV AEONS
  3. ASTERES PLANETAI
  4. CAST THEIR ASHES TO THE NORTH WIND
  5. EVOKING THE MIRRORS
  6. FIRE BORN FROM THE SEER'S LIGHT
  7. SUPERNAL REALMS
  8. IGNIS FATUUS

Line up

  • BSB: drums, guitars, bass, vocals
  • Vinterriket: keyboards

Voto medio utenti

Ci sono persone che nascono per fare una determinata cosa.
Atleti, piloti, scienziati, ballerine, ragionieri, spesso le loro qualità sono innate e basta questa lieve inclinazione in età puerile a far sì che si sviluppi una passione ed un'abilità che vada oltre ogni singolo tentativo o sforzo di tutti gli altri a cui invece questa molla da sola non è mai scattata, ed ore ed ore di allenamento, di sacrifici e di applicazione non riusciranno mai a compensare.

I Battle Dagorath sono nati per suonare black metal.
Con una facilità impressionante ed una naturalezza figlia solamente di chi questo gelo se lo porta nell'animo, nonostante provenga dall'assolata California, ecco che prende forma la seconda parte di questo viaggio, "II - Frozen Light of Eternal Darkness", un autentico percorso nell'oscurità, tra gelide atmosfere maligne, percorso che si è un po' staccato dalle tematiche perpetrate dai Battle Dagorath ad inizio carriera, quando il freddo ed il buio che glorificavano nei propri brani era di origine naturale, creato dalle nevi delle vette più alte ed inospitali del nostro pianeta.

Tutto questo ha cambiato forma ed originel nel primo capitolo di tale cammino, "Dark Dragons of the Cosmos" (della durata che sfiora i 20 minuti), dove chiaramente si affrontano dimensioni spaziali anzichè silvestri od alpine (abbandonate sin dalle rispettive copertine) che pure ritornano talvolta come in "Cast Their Ashes to the North Wind", lasciando più campo d'azione a sonorità simili ai compagni di etichetta Darkspace o ai loro cugini quasi mai in attività Paysage d'Hiver.

Brani lunghi, ipnotici, ripetitivi fino all'ossessione ma al contempo così eterei e leggiadri che paiono scorrere via in un battito di ciglia, emananti fluidi negativi e mistici, risultato certo delle tastiere di quel genio totale di Vinterriket (al secolo Christian Ziegler) ma anche del muro chitarristico innalzato da Black Sorcerer Battle e dalle sua urla autoritarie e severe.

Come loro, autoritari e severi. Ed imprescindibili in tutto il movimento black metal.


Recensione a cura di Gianluca 'Graz' Grazioli

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 10 nov 2017 alle 07:20

Meraviglioso Non posso che confermare.

Inserito il 10 nov 2017 alle 05:41

Meraviglioso

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