Dopo averne apprezzato fin dagli esordi le qualità artistiche ed estetiche, già da qualche tempo
Robin Beck è anche diventata la mia “donna ideale” … da
sposare eh, dacché unisce eleganza, avvenenza e sguardo “malandrino” tali da indurre questo impenitente “zitello” a fare un pensierino alla capitolazione.
E poi quella voce ancora splendidamente espressiva ed emozionante sarebbe davvero perfetta per allietare le mie giornate, e renderebbe “gradevoli” anche le eventuali reprimende “tipiche” delle mogli.
Se vi chiedete i motivi che mi hanno indotto ad esternarvi questa mia personalissima suggestione, nemmeno io so darmi una spiegazione plausibile … sarà forse perché il titolo di questo suo nuovo disco annuncia l’arrivo “
dell’ammore” … in ogni caso, recuperando un minimo di lucidità e pragmatismo “professionale”, arriviamo finalmente a commentare i contenuti di “
Love is coming”, in cui la preparata
chanteuse americana cavalca con innata destrezza il versante più
soft del
rock, talvolta arrivando a sfiorare il
pop e altre volte dimostrando di saper trattare l’
hard melodico con innata sapienza.
Scoprire che all’opera ha contribuito nuovamente, oltre al suo consorte
James Christian (
ehi,
Jimmy, non essere geloso, la mia è solo sincera ammirazione e invidia …), anche il mitico
Clif Magness (uno che ha collaborato, tra gli altri, con
Steve Perry,
Kelly Clarkson e
Avril Lavigne, ma che il sottoscritto ricorda soprattutto per lo splendido "
Solo" …), rappresenta ovviamente una bella notizia e convalida l’alto livello di classe profferto da un programma che suona soddisfacente e “fresco” anche alle orecchie di chi non ricorda con nostalgia i tempi di "
First time" e “
Trouble or nothing".
Intensità (“
Island”, "
Love is coming”, la drammatica "
Crave the touch” e la Heart-
iana “
Girl like me”, una tangibile dimostrazione di “superiorità” vocale e interpretativa),
charme e romanticismo (“
In these eyes”, la
soulful “
If you only knew”, “
Here I am”, “
Warrior”), sensualità (le scosse
funky di “
Me just being me”) e frammenti maggiormente “attualizzati” (“
On the bright side”, “
Lost” e la leggermente meno efficace “
On to something”) s’intersecano con misura e buon gusto, regalandoci una cinquantina di minuti di musica mai tediosa o banale, da ascoltare per il proprio diletto e da far ascoltare, a scopo didattico, alle tante pretendenti al trono della fonazione modulata “al femminile” che affollano la scena contemporanea.
Forse la mancanza di un vero
hit, in mezzo a tante belle canzoni, è l’unica piccola pecca di un albo che impone di conferire ancora una volta a
Mrs.
Beck il logoro appellativo di “bella e brava” … bentornata
Robin.
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