“L’ideale colonna sonora per un lungo viaggio su una lercia autostrada”, così la biografia dei Calamus introduce la band, tornata sul mercato con “These Days” dopo numerose altre release. Sin dalle prime note è impossibile non accorgersi dell’influenza che band come i Black Sabbath, i Kyuss meno “sfocati” o i Black Flag hanno esercitato sul quartetto, impegnato a proporre un heavy rock venato di soluzioni vicine allo stoner, non certo brillante per originalità ma parecchio accattivante. Effettivamente non stento ad immaginare come ideale luogo d’ascolto di questo “These Days” l’interno di un lurido camion lanciato a tutta velocità su una polverosa highway; le pachidermiche chitarre della title track ed il coinvolgente groove creato dal bassista Schrottie e dal batterista Adrian vanno così a creare un monolitico muro sonoro sul quale si staglia la virile voce di Ralf, “vissuto” singer di scuola americana impegnato a far dimenticare la sua cittadinanza tedesca. Non stiamo certamente parlando del disco dell’anno, sia chiaro, ma “These Days” potrebbe comunque interessare a chiunque sia alla ricerca di una band energica, in grado di svolgere il proprio lavoro senza sbavature ed in maniera convincente. Lunga vita al rock quindi!
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