Saudade. Nostalgia.
Una parola, scelta come titolo, che vale più di mille recensioni.
Il secondo lavoro di
Lascar, progetto del cileno
Gabriel Hugo, non si discosta, musicalmente, di una virgola dal precedente
Absence proseguendo, dunque, sulla strada del post black metal, chiaramente ispirato a gente come Woods of Desolation, Alcest e Deafheaven, che unisce melodia, ovviamente triste, e metallo nero in un connubio fatto molto bene per quanto privo di originalità.
Probabilmente questa è la dimensione musicale dell'artista cileno il quale, mi sembra evidente, non è alla ricerca di qualcosa di nuovo o di "originale", ma vuole, semplicemente, dare espressione ai propri sentimenti per mezzo di un genere musicale che proprio sulle sensazioni, sui sentimenti, sul feeling direbbe qualcuno, si poggia facendo leva su di essi e non su tecniche "strambe" o particolari virtuosismi.
"Saudade", come il suo predecessore, sta tutto qui.
Questo non è "vero" Black Metal, certamente non quello degli anni '90 o, magari, della decade precedente, non porta con se quella carica di odio, di gelo, di sdegno, di ferocia propria del genere, ma, ripeto, porta con se solo sentimenti e tristezza.
Porta, ovviamente, alla malinconia per ciò che si è perso, per la propria terra, per il proprio amore, per qualunque cosa di cui ognuno di noi possa sentire la mancanza, porta, quindi, ad esprimere con le note quello che è un sentimento universale... scusate se ciò vi sembra cosa di poco conto.
Se avete amato "Absence" e se amate i gruppi che ho citato più in alto, non farete nessuna fatica ad amare questo album.
I true black metallers ne stiano, ovviamente, MOLTO lontani.
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