Chiudete gli occhi. Fatto? Bene, ora chiamate un amico e chiedetegli (gentilmente, noi metallari siamo gente per bene!!) di far partire il player qui di seguito:
Sì lo so che avete riaperto gli occhi dopo nemmeno 10 secondi, mi sembra quasi di leggere i vostri pensieri: "Cazzo!! è uscito il nuovo dei Maiden ed io non ne sapevo nulla!!!".
Niente di tutto questo, rilassatevi, ringraziate il vostro amico e guardate pure di chi si tratta; state ascoltando la titletrack del terzo album degli svedesi
Starblind "
Never Seen Again" licenziato ancora da
Pure Steel Records a due anni di distanza da "
Dying Son".
La band prosegue nel solco del precedente lavoro e, seppur con la novità di
Marcus Sannefjord Olkerud alla voce, grida forte e chiaro a partire dal flyer di presentazione del disco le proprie intenzioni:
The musical direction is close to IRON MAIDEN, but of course with their own unique style influences.....and if you still have problems with the current material from IRON MAIDEN you should try STARBLIND!
.
Ora, io credo fermamente che anche i più grandi geni dell'umanità abbiano avuto la loro musa ispiratrice, il proprio modello da perseguire e dal quale prendere spunto ma, credo altresì che vi sia un confine che non vada mai varcato tra ispirazione e copia.
Tutto in "
Never seen again" rimanda alla Vergine di Ferro, dai riffs di chitarra, alle linee di basso, ai fill di batteria sino ai coretti all'interno dei singoli brani; ascoltare
"Pride and glory", "
Insanity and Genius",
The last stand" e via via tutti i brani del disco equivale ad esclamare continuamente "ehi ma questo riff sembra quello di..." oppure "conosco questo arpeggio iniziale....". Ecco, credo che questo sia la morte per ogni musicista che si rispetti, che miri a rendere unica e riconoscibile la propria arte per lasciare una traccia il più possibile duratura nella storia della musica od in qualsivoglia campo artistico.
Putroppo questo è l'esatto contrario che si prova ascoltando il lavoro del quintetto di Stoccolma che, sebbene inappuntabile dal punto di vista tecnico, è drammaticamente carente in personalità, originalità, creatività e tutti i tratti distintivi che permettono di riconoscere un Artista con la maiuscola.
Il voto al disco è perciò una media tra il 7 che la band merita sotto il profilo meramente musicale ed il 3 inevitabile per tutto il resto: detto fuori dai denti ritengo che avrebbe più dignità il dichiararsi cover band degli inglesi ed eseguire direttamente i loro cavalli di battaglia.
Come sempre a voi la scelta: io la mia l'ho fatta e corro a rimettere nel lettore "Piece of Mind".
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