A distanza di soli due anni dal loro debut album "
Battle of the Royal Halls" (autoprodotto nel 2015), e dopo aver firmato con la teutonica
Pure Steel Publishing, gli
Stormhold tornano alla ribalta presentando il loro nuovo lavoro sulla lunga distanza dal titolo "
Salvation".
La band svedese rientra nel novero degli innumerevoli gruppi che rivisitano -o tentano di farlo- modernizzandoli, i classici stilemi che hanno reso famosa la NWOBHM; non è quindi l'originalità o l'inventiva che cerchiamo in un lavoro di questa risma.
Ad un primo passaggio nel lettore infatti balzano immediatamente all'occhio tutte le caratteristiche proprie di gruppi quali Iron Maiden, Judas Priest e simili quindi armonizzazioni di chitarra con netta separazione tra ritmica e solista, una vasta gamma di cambi di ritmo che varia dal mid tempo al veloce e naturalmente il cantato in clean sostenuto spesso dalle backing vocals di 2 o 3 componenti della band.
Fino a qui non ci sarebbe nulla di male, parleremmo di un onesto disco di mestiere, se non che le varie tracce che scorrono lasciano la netta impressione che vi sia qualcosa di fuori posto.
La nota stonata infatti è la prova del singer
Filip Petersson e del suo stile vocale: tragicamente monocorde e piatto, senza uno slancio tranne gli improbabili urletti lanciati qua e là più per dovere che per reale necessità.
Il set di 9 brani scorre innocuo a partire dall'opener "
Heart of a Hero" che, nonostante un andamento classicamente HM e dei riffs azzeccati non riesce a fare breccia proprio a causa delle difficoltà di Petersson, così come le successive "
Black Death" e "
The Stranger".
Nemmeno l'inevitabile ballad acustica "
Path of no return" si sottrae al mood fiacco di tutto il disco, procedendo come un accelerato di paese senza la minima enfasi.
"
Gods Crusade" ha un sussulto grazie ai riffs che accompagnano il refrain ma ricade poi nel solito tran tran non sostenendo adeguatamente strofe e bridge, e le cose non migliorano con il brano scelto per il lancio del disco, quel "
We March" che resta a metà del guado tra sonorità Hammerfall-iane e coretti scolastici.
Chiude l'album il mid tempo "
We'll never fall", un classico inno heavy metal come se ne sono sentiti a iosa.
Quindi che altro dire di questo "
Salvation": un album che sostanzialmente ricalca clichè stra-utilizzati e che pertanto temo resisterà ben poco alla prova del tempo prima di finire nel dimenticatoio.
Stormhold - "
We March"
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?