‘Funny Money’ è il primo lavoro realizzato da quella vecchia volpe che corrisponde al nome di Steve Whiteman. storico singer dei Kix qui alle prese con una nuova creature identica però nelle sonorità che resero celebre la band madre.
Della partita fa anche parte un altro membro della Kix’s Family: Jimmy Ronnie, ed è proprio la felice unione di questi due “rock ‘n roll gentlemen” che consente a “Back Again” di rinverdire i fasti di quel ‘Blow My Fuse’ che fece la fortuna della ciurma guidata da Whiteman quasi quindici anni orsono.
Originariamente uscito nel 1999 su etichetta Perris e troppo presto andato “out of print”, ‘Back again’ viene qui riproposto in una nuova scintillante veste sempre a cura della stessa casa discografica e per rendere più appetibile l’acquisto addizionato di un mini live di cinque pezzi registrati nel 2001.
Cosa aspettarsi da un disco come questo è presto detto: rock n’ roll all’ennesima potenza, sleazy, sgraziato, mai troppo cattivo, sempre in perfetto equilibrio tra orecchiabilità, scanzonatezza e quel tocco di maliziosità che non guasta mai oltre ad una massiccia dose di professionalità.
Al resto ci pensano l’ugola sgraziata dell’ istrione Whiteman e le guitars boogie di Ronnie e Dean Cramer: l’incessante battito di ‘Funny Money’, la ballata da tramonto sul Sunset Boulevard ‘Pink Glasses’, la bluesy ‘Sloopy Kisses’, il party rock di ‘Wrapped around you’ tirato fuori da chissà quale insudiciata cassapanca e rispolverato per l’occasione.
Capirete bene che non stiamo parlando di un disco che soverchia le gerarchie di un genere o meglio destinato a fare tendenza tra le generazioni future, ‘Back Again’ è ben suonato, onesto nelle intenzioni, classico nelle soluzioni, nella forma (look, copertina) e nella sostanza (melodie, assoli, attitudine).
Anche la produzione affidata ad un altro rocker di lunga militanza al secolo Rodney Mills (Journey, Lynyrd Skynyrd) amplifica, se mai ce ne fosse stato bisogno, la sensazione di “old school” palesemente mostrata tra i solchi digitali di questo dischetto.
Amo allo spasimo ‘Horny Little Angel’ con quel riff e quella voce che sarebbero potute appartenere ad un qualsiasi Ratt album tanta è la quantità di “umidità” presente.
Forse la fotografia migliore dei Funny Money ci viene fornita proprio dall’esibizione live, eccellentemente catturata da ‘Boogie Man’ e soprattutto da ‘I’m Your Whore’: calde, sensuali e rimbalzanti, suonate con tutto il fiato e l’ardore possibile davanti ad un nugolo (…e si sente!) di inarrestabili apostoli di un genere immortale; il perfetto regalo donatoci da questi inguaribili rockers.
Settantacinque minuti di divertimento per staccare dalle bollette, dai Grandi Fratelli e dai ‘Porta a Porta’ che ci sommergono quotidianamente.
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