Questo è uno dei tipici album black metal da NON comprare. Perché dico questo? Non per la scarsa qualità complessiva del prodotto, ma per tutta una serie di motivi che ne minano alla base la credibilità. Andiamo con ordine: gli Hemnur sono il progetto solista di Frediablo dei Necrophagia (!), accompagnato da un'avvenente fanciulla che si fa chiamare Heksblod. Mentre il leader del gruppo si occupa di cantare e suonare quasi tutti gli strumenti, la ragazza dovrebbe inserirsi con sapienti tocchi di tastiera che a conti fatti non si sentono praticamente mai! Vabbè...
Già la copertina mette le cose in chiaro, con i due componenti del gruppo su un macchinone americano agghindato con ogni genere di ammenicolo satanico, e una targa dal contenuto fortemente esplicativo: 'Untamed Norwegian Black Metal'. In realtà Frediablo si dedica ad una sorta di black'n'roll sulla falsariga degli ultimi lavori solisti di Nattefrost, con un'unica, fondamentale differenza: mentre quest'ultimo cerca di non prendersi sul serio, canzonando la stessa scena di cui fa parte, gli Hemnur sembrano invece crederci terribilmente. La prova ne è un booklet, piacevole da sfogliare, pieno di teschi e immagini della bella natura norvegese (sono dei semplicissimi boschi come ce ne sono tanti anche da noi). Le tonalità scelte dalla band sono le classiche in scala di grigi, anche per quanto riguarda la musica: fredda e minimale, come si conviene ad un genere che nonostante la sterzata verso il rock punta sempre verso un risultato grim and frostbitten. La domanda decisiva è: c'era bisogno di un album come questo, che propone sì qualche riff accattivante e qualche melodia azzeccata, ma che non può neanche guardare di striscio capolavori come quelli dei Carpathian Forest?! La risposta è ovviamente no, a meno che non cerchiate necessariamente qualcosa di questo genere. Altrimenti, risparmiate i soldi per dischi che in questo periodo si sono rivelati ben più meritevoli del vostro acquisto.
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