Solitamente la scena metal giapponese si distingue per la sua assoluta originalità, che può piacere o non piacere ma che, di certo, resta unica nell'intero panorama mondiale.
Non è questo il caso degli
Anguis Dei, quartetto nipponico qui al suo esordio discografico.
"Ad Portas Serpentium", licenziato dalla
Svart Records, è un EP di quattro brani, per circa venti minuti di durata, che ci offre symphonic black metal, fatto bene, ma assolutamente debitore dei maestri Cradle of Filth, al netto delle atmosfere gotiche qui assenti, tanto è vero che all'inizio del primo brano,
"Maythorns Over Uroboros", pensavo davvero di trovarmi di fronte ad un nuovo pezzo di Dani e soci piuttosto che al cospetto di una band nuova.
Detto tutto ciò, sottolineata dunque l'assoluta mancanza di farina del proprio sacco, gli
Anguis Dei, come anticipato, il genere lo suonano con la dovuta perizia e si sanno destreggiare tra riffing malefico, orchestrazioni non troppo invadenti, partiture pacate che si alternano a sfuriate assassine, utilizzo vario dei vocalizzi per un prodotto finale che risulterà piacevole per gli amanti del genere.
Certo, i vertici dei Cradle of Filth sono molto lontani, ma è anche vero che siamo solo all'esordio e di fronte a soli pochi pezzi: il tempo per fare di meglio, viste comunque le qualità, i giapponesi lo hanno senza dubbio.
See you...
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